lunedì 16 novembre 2015

COMMENTO ALL'ARTICOLO DEL 12 NOVEMBRE 2015 "LA PROVINCIA DI COMO"
Riprendiamo la dichiarazione del Sindaco Falsone pubblicata nell'articolo del 12 Novembre: "I punti di prelievo stanno su tubazioni vecchie, lo stato dell'acquedotto sarebbe da migliorare, ma ora, con Como Acqua, è tutto sospeso".
Adesso la colpa di questa situazione è del passaggio del nostro Consorzio a Como Acqua!!!!!
Ricordiamo al Sig. Sindaco che:
- In tutti i consigli comunali a partire da maggio 2011 in cui si è discusso dello stato della nostra rete idrica, San Fermo Democratica ha sempre denunciato la vetustà della rete e la necessità di predisporre, oltre alle manutenzioni straordinarie, un piano di ammodernamento a 360°. La Giunta ha sempre sostenuto la non necessità di tale opera visto che la nostra acqua è buonissima, alla faccia anche della presenza dei solventi clorurati.
- Testimoniano questa linea di pensiero alcuni articoli pubblicati sulla stampa locale, uno tra tutti l'intervista rilasciata dal Vicesindaco Mascetti del 10 Settembre 2015 in cui dichiara che “Il consorzio con Cavallasca e Parè funziona bene da decenni, senza mai avuto problemi rilevanti”.
- Prova di questo è che tutti gli stanziamenti importanti previsti nel piano delle opere pubbliche alla voce "rete idrica ed acquedotto" sono stati sempre dirottati su altri capitoli, vedi Somaini.
- Non è bastato neanche il primo campanello di allarme, ovvero la non potabilità dell'acqua a Settembre 2013, per fare cambiare politica a questa Amministrazione ........tanto basta aggiungere all'insaputa delle persone che bevono con fiducia l'acqua del rubinetto, quantità di cloro!!!
- Noi ribadiamo che la clorazione dell'acqua non deve essere una metodica routinaria, ma straordinaria, in quanto tale metodica abbatte le cariche batteriche presenti rendendo potabile l'acqua, ma porta alla formazione di composti cancerogeni, i trialometani. In tutte le analisi effettuate fino ad ora, tali composti non hanno comunque mai superato il valore limite.......peccato però che analisi a ridosso delle clorazioni per verificare il livello di questo parametro non sono mai state eseguite.
San Fermo della Battaglia, 16 Novembre 2015
San Fermo Democratica


Giugno 2015: l’acqua di San Fermo non era potabile, ma nessuno doveva saperlo!

Nell’Agosto scorso diversi cittadini segnalavano che da qualche mese l’acqua usciva spesso dai rubinetti con un odore e sapore sgradevole, come da eccessiva clorazione.
Abbiamo cercato le analisi di potabilità sul sito del comune: le ultime, eseguite dal laboratorio ACSM-AGAM, risalivano al 22 Giugno.
L’acqua veniva dichiarata potabile ma, stranamente, mancavano alcuni parametri normalmente ricercati.
Chiediamo via mail il 14 Agosto chiarimenti agli uffici ma nessuno risponde. Sollecitiamo dopo qualche giorno e finalmente ammettono che quelle riportate sono parziali perché le analisi complete erano state eseguite una settimana prima, il 15 Giugno e ripetute il 22 perché i parametri batteriologici risultavano “sballati”. Incuriosii dal termine scientifico “sballati” chiediamo copia di tutte le analisi eseguite.
Ebbene il 15 Giugno tutti i punti rete, compreso quello presso le scuole Elementari, risultavano inquinati da enterococchi, batteri di origine fecale, e quindi l’acqua non era potabile. Questi risultati non erano stati pubblicati sul sito internet.
A questo punto inviamo una richiesta scritta al Sindaco per avere chiarimenti sulle cause dell’inquinamento, sugli interventi eseguiti e sul perché la popolazione non era stata avvertita come prevede la legge 31 del 2001.
Dopo circa un mese risponde il Sindaco in modo evasivo, senza dare spiegazioni sulle cause e affermando che la popolazione non era stata informata perché nel frattempo l’acqua era stata clorata e quindi poteva essere considerata potabile (senza aspettare l’esito delle nuove analisi di controllo eseguite solo la settimana successiva!) .
Quanto ipoclorito di sodio sia stato versato non è dato a sapersi. Probabilmente in dose massiccia e a più riprese, viste le lamentele dei giorni e mesi successivi; peccato che si tratti di una pratica da utilizzarsi con cautela dal momento che che la scienza avverte che l’eccesso di cloro può dare origine a sostanze cancerogene.
La genericità della risposta del Sindaco ci ha costretto a chiedere ulteriori informazioni al consorzio che ancora gestisce l’acquedotto e quello che apprendiamo ci allarma ancora di più. Il 15 Giugno risultava fortemente contaminato da enterococchi e da batteri coliformi anche il serbatoio di accumulo dell’acqua di San Fermo sito in località Bronno. Per quale causa? Anche questo non è dato a sapersi!
Non conoscendo le cause non possiamo ipotizzare da quanto tempo abbiamo utilizzato e bevuto acqua inquinata da enterococchi, considerato che le analisi precedenti in rete risalivano a tre mesi prima e al serbatoio ad un mese prima.
Per evitare che qualcun altro noti in futuro qualcosa di storto, come avvenuto per puro caso in Agosto, hanno provveduto in questi giorni a togliere dal sito internet del comune tutte le analisi sull’acqua.
Così possono “darcela a bere” come vogliono, alla faccia della trasparenza!
San Fermo della Battaglia 10 Novembre 2015
San Fermo Democratica

mercoledì 4 novembre 2015

Risposta interrogazione del 19 settembre: "Governo e tutela del territorio: applicazione della nuova Legge Regionale".

Riassumiamo di seguito la risposta ricevuta, a firma del Sindaco, riguardo la nostra interrogazione presentata il 19 Settembre.
L'interrogazione (pubblicata sul nostro blog l'11 Settembre) non richiedeva una risposta scritta, ma una discussione in Consiglio Comunale....... a sorpresa la risposta è pervenuta via posta il 13 Ottobre, chiara dimostrazione che la Giunta non ha nessuna intenzione di confrontarsi su questo argomento.
Comunque, alla domanda "quali strumenti questa Amministrazione sta adottando al fine di adeguarsi alla nuova disposizione regionale per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del degrado", il Sindaco risponde che “evidenzia che questa Amministrazione PROVVEDERA' ad adeguare il vigente strumento urbanistico nella direzione dettata dalla Legge Regionale”.
Provvederà significa che questa amministrazione non ha ancora discusso e deciso le linee di indirizzo per quanto riguarda la tutela del territorio ad esempio privilegiando le riqualificazioni verso il consumo di nuovo terreno.
Provvederà significa che fino ad oggi non si è posta neanche il problema di che strumento urbanistico adottare per ottemperare alla norma Regionale.
Cosa aspetta il nostro Sindaco?
Certo la sensibilità dimostrata da questa Giunta e dalle Amministrazioni precedenti riguardo la salvaguardia del territorio e del paesaggio è sotto gli occhi di tutti. Sono inutili i commenti; basta passeggiare per il paese, soprattutto nelle zone centrali per rendersi conto di quali sono state le politiche urbanistiche adottate fino ad oggi. L’esempio più eclatante riguarda la collina di Camerano tutta cementificata senza lasciare spazi verdi, con strettoie senza marciapiedi e incroci stradali pericolosi. Ma questa noncuranza per il territorio si nota anche negli interventi pubblici come il nuovo parcheggio dell’ex campetto di calcio realizzato con una colata di asfalto e non con pavimentazione drenante come suggeriscono da tempo le norme tecniche per diminuire i dissesti idrogeologici.




domenica 1 novembre 2015

Verbale Consiglio Comunale del 14 Ottobre 2015
Assenti Zoccola, Butti Massimo, in ritardo Coviello, Venegoni – Inizio ore 21,15 circa
Presenti nel pubblico n° 3 persone

1° punto O. di G. – Variazione n 2 al bilancio di previsione 2015 e al bilancio pluriennale 2015/2017.
Relaziona Ansideri che illustra le variazioni al bilancio e riassegna le entrate e le uscite. Le variazioni più di rilievo: + 33.000 euro al fondo frontalieri, recupero IVA + 38.500 euro, + 10.000 euro da convenzioni con il comune di Como. Per le uscite 18.500 euro per sistemazione cimitero, 21.000 euro sistemazione segnaletica, 10.000 sistemazione acquedotto.
Si va al voto: 8 favorevoli 3 astenuti.

2° punto O. di G. – Proroga convenzione per lo svolgimento del servizio di Segreteria tra i comuni di Olgiate e San Fermoperiodo 1/1/2016 – 31/12/2018.
Punto di natura tecnica. La Lega si astiene perchè il Segretario Comunale non ha fornito risposta formale ad un quesito riguardante la fusione..........
Si va al voto: 10 favorevoli 1 astenuto.

3° punto O. di G. – Acquisizione aree comparto di via Figino: integrazione e rettifica deliberazione del consiglio comunale n 67 del 15 marzo 1985.
Punto di natura tecnica che riguarda l'acquisizione a titolo bonario di aree attinenti l'area festa al fine di chiudere l'accatastamento.
Si va al voto: 11 favorevoli.

4° punto O. di G. – Approvazione progetto di ricostituzione del consorzio per la raccolta e depurazione acque bacino imbifero alto Seveso, - modifica dello statuto del consorzio ricostituito – approvazione della trasformazione del consorzio in società di capitali – approvazione statuto Alto Seveso srl.
Intervengono Sindaco e Vicesindaco che dichiarano che voteranno a favore, turandosi il naso....... infatti la ricostituzione del consorzio Alto Seveso è propedeutica all'incorporazione nel servizio idrico integrato di tutta la Provincia …......nasce la solita discussione, le opposizioni accusano la Giunta di non avere mai partecipato attivamente al processo che ha portato alla nascita della società in house, anzi di aver cercato in tutti i modi di restarne consapevolmente fuori pensando di essere feudo indipendente. In questo modo le esigenze del nostro consorzio non sono mai state rappresentate e soprattutto difese presso l'assemblea dei sindaci. Ostinatamente Mascetti insiste che ha dovuto comportarsi così per difendere le tariffe di San Fermo..... ma cosa difende che le tariffe le fissa l'autorità nazionale dell'Energia e il nostro Comune è praticamente già “fuorilegge” da tre anni?
Si va al voto: 10 favorevoli, 1 astenuto (la Lega) che preferirebbe far gestire l'acqua pubblica ad una società privata.......

venerdì 11 settembre 2015

CASA ROSSA”, GOVERNO E TUTELA DEL TERRITORIO: LA PUNTA DELLO STESSO ICEBERG?
La vicenda della Casa Rossa di Via Figino, se non chiarita per quanto riguarda gli aspetti legati al rispetto delle istituzioni ed alla correttezza dell’applicazione delle norme e regolamenti da parte delle istituzioni stesse, rischia di trasformarsi in un elemento disgregante all’interno della nostra comunità.
Dei complessi aspetti giudiziari colpisce sicuramente il fatto che l'attuale Amministrazione si ostina a non accettare ben tre sentenze del Tribunale Amministrativo eludendo di fatto la loro applicazione, creando, oltre ad un grave precedente, una profonda sfiducia da parte dei cittadini nei confronti della Pubblica Amministrazione e in particolare nei confronti del Comune di S. Fermo e quindi, inevitabilmente, di tutte le componenti politiche che lo rappresentano.
Va ricordato inoltre che tutte le procedure giudiziarie che il Comune ha già affrontato o che affronterà per “cattiva amministrazione” vengono comunque pagate con i soldi dei cittadini indipendentemente dal loro risultato. A tale costo si aggiunge anche il costo rappresentato dal tempo, che dipendenti, dirigenti e Amministratori Comunali devono dedicare al caso.
Comunque la sensazione percepita da più cittadini è che lo sviluppo del territorio comunale, soprattutto il suo uso con gli ultimi insediamenti, rispondono in tutta evidenza ad interessi speculativi senza alcuna politica riguardo la tutela del territorio stesso, oltre a ritenere che l’attuale Amministrazione non abbia minimamente sotto controllo la situazione ne, tanto meno, la capacità di governarla.
Tali considerazioni nascono dal fatto che, alla questione della Casa Rossa, si è negli ultimi Anni sommata una consistente e devastante urbanizzazione sulla collina di Camerano a scendere fino a Mornago e di recente, una qualità edilizia decisamente scadente dal punto di vista dell’inserimento ambientale e paesaggistico; anche un recente cantiere apertosi in Via Mornago, in relazione all’aclività del terreno, riporta inevitabilmente a pensare, per analogia, alla questione della “Casa Rossa”.
Inoltre non possiamo fare a meno di pensare che, in relazione al recente rinnovato interesse a perseguire l’obiettivo di fusione con il Comune di Cavallasca, se le credenziali dell’Amministrazione Comunale di San Fermo nella gestione urbanistico/edilizia e paesaggistico/ambientale sono quelle rappresentate dagli insediamenti sopra richiamati, è evidente il rischio che i grossi spazi verdi di Cavallasca facciano la stessa fine della collina di Camerano.
Ricordiamo che da sempre lo scrivente gruppo consigliare ha da subito valutato il PGT (ex Piano Regolatore) di San Fermo assolutamente inadeguato a garantire il rispetto delle peculiarità e qualità urbanistico/edilizie e paesaggistico/ambientali in termini di tutela del territorio.
Pertanto riteniamo che è assolutamente necessaria un'inversione di rotta vista anche la nuova normativa Regionale che pone finalmente un freno al consumo di suolo.

giovedì 10 settembre 2015

Verbale Consiglio Comunale del 29 Luglio 2015
Assenti Venegoni, Tettamanti– Inizio ore 21,15 circa
Presenti nel pubblico n° 1 persona
1° punto O. di G. – Art. 166 – comma 2 – D.Lgs 18 Agosto 2000 n. 267: Comunicazione al Consiglio dei prelevamenti effettuati dal fondo di riserva.
Viene data la parola ad Ansideri che comunica che i prelevamenti sono per la sicurezza sul lavoro, manutenzione mezzi comunali, spese di cancelleria e per manifestazione culturale per cifre inferiori a 1.000 euro, per un totale che non supera i 10.000 euro.
2° punto O. di G. – Presa d'atto deliberazione giunta comunale n. 49 del 29-04-2015 ad oggetto: riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi ai sensi dell'art. 14 del D.P.C.M. 28-12-2011.
Riaccertamento dei residui, ovvero aspetto puramente tecnico chiesto dalla norma, che da quest'anno impone di imputare i residui all'anno di riferimento, tenendo presente che i residui vincolati devono essere imputati come avanzo vincolato aumentando l'avanzo stesso. Questo comporta che un aumento dell'avanzo a 700.000 euro.
Si va al voto: 7 favorevoli la maggioranza, 4 astenuti le opposizioni.
3° punto O. di G. – Variazione n. 1 al bilancio di previsione 2015 e al bilancio pluriennale 2015/2017.
Al di là dei numeri, la questione principale resta lo stanziamento in più di 50.000 euro per la ristrutturazione del Somaini......vedi punto 4.
Si va al voto: 7 favorevoli la maggioranza, 4 contrari le opposizioni.
4° punto O. di G. – modifica al programma opere pubbliche triennio 2015/2017.
Prende la parola Mascetti e illustra che lo stanziamento in più di 50.000 euro su 450.000 serve per la ristrutturazione della parte esterna del Somaini ovvero per il vialetto e per i parcheggi. Questo stanziamento è in linea con il patto di stabilità.
Le opposizioni leggono il comunicato congiunto che riportiamo di seguito:
Con riferimento alla modifica del programma delle opere pubbliche per il triennio 2015/2017, si deve prende atto che, per l’esercizio 2015, i nostri amministratori pubblici hanno ritenuto opportuno integrare l’importo già preventivato di Euro 450.000,00 con ulteriori Euro 50.000,00.
Pertanto, l’importo stanziato per l’intervento relativo ai lavori di “Manutenzione straordinaria e mantenimento conservativo del complesso immobiliare denominato “ex Istituto Somaini” completamento lotto 2 per formazione Biblioteca” (n. 1 OO.PP. 2015) viene rideterminato in Euro 500.000,00.
Nel ribadire che questi gruppi consiliari consci dell'importanza del recupero della struttura in oggetto, sono però convinti che tale importo, 50.000,0 euro, in un periodo di profondo disagio economico che grava su molte famiglie del nostro paese, rappresenta una cifra assai importante. Inoltre, il mancato stanziamento per l'esercizio 2015 non andrà comunque ad incidere sul risultato complessivo del lotto 2 visti già i 450.000,00 stanziati.
Per tale motivo ci si chiede se non sia più razionale, come già più volte chiesto, volendo emulare altre realtà pubbliche del comasco come per esempio Colverde, ridurre qualche imposta che consentirebbe di far respirare i cittadini di San Fermo.
Invece, l’attenzione dei nostri amministratori viene rivolta sempre e comunque alla realizzazione di opere pubbliche. Spendere e spandere a prescindere.
A volte, si ha la sensazione che si stia trasformando l’istituto Somaini in un pozzo di San Patrizio ovvero un pozzo senza fondo dove fare confluire risorse pubbliche senza avere la più pallida idea di cosa si voglia realmente realizzare. Spendere e spandere a prescindere.
Sicuramente, a questa osservazione che non vuol essere una critica ma solo un grido di allarme, l’assessore di riferimento o chi per esso risponderà con motivazioni più o meno logiche e probabilmente con qualche battuta beffarda farà passare questa analisi come priva di presupposti, poco credibile e, comunque, da cestinare.
In conclusione, si ritiene che questa amministrazione pone in essere una “allegra” gestione della “cosa pubblica” senza chiedersi o prendere in considerazione le vere esigenze del Paese e le effettive richieste dei cittadini di San Fermo della Battaglia, viste le possibilità economiche.
Per questi motivi i gruppi “Prospettiva San Fermo” e "San Fermo Democratica" esprimeranno voto contrario alla proposta di deliberazione di questo Consiglio Comunale.
Mascetti esprime il suo punto di vista facendo un escursus storico sui pareri negativi espressi dalle opposizioni negli anni riguardo le opere pubbliche, ospedale – asilo – centro anziani – auditorium, dichiarando che i pareri negativi non sono per lui stimolo di confronto ma un buon auspicio per la conclusione dei lavori.
Risponde Sabrina Butti e puntualizza che parlerà solo esclusivamente delle opere pubbliche che riguardano il suo mandato di consigliere e componente della commissione lavori pubblici: Somaini – gelateria – campetto sterrato – campetto polifunzionale – auditorium – richiesta riqualificazione palestra grande.
Nessuno di questi progetti è stato discusso PREVENTIVAMENTE in commissione, non è mai stata convocata una riunione dei capigruppo per un confronto riguardo lo sviluppo urbanistico del paese, tutto è stato imposto. Quindi, che l'assessore Mascetti cerchi consensi nei gruppi di opposizione che sono sempre stati esclusi è pura fantasia. D'altra parte la nostra richiesta che oramai si perpetua da anni di abbassare le aliquote delle imposte NON è MAI STATA PRESA SERIAMENTE IN CONSIDERAZIONE, e liquidata come se fossimo dei visionari.
Inoltre, la decisione di spostare la biblioteca presso il Somaini è solo della maggioranza, noi abbiamo sempre espresso perplessità riguardo la nuova collocazione, lontana dal centro e faticosamente raggiungibile dalle persone anziane vista la pendenza della via Figino, inoltre l'aspetto viabilistico non è mai stato preso in considerazione: la via Somaini potrà sopportare il traffico? Idem per i parcheggi.......tutto resta un mistero.
Si va al voto: 7 favorevoli la maggioranza, 4 contrari le opposizioni.
5° punto O. di G. – Bilancio di previsione 2015: verifica degli equilibri finanziari – Art. 193 D.Lgs 18 Agosto 2000 n. 267.
Verifica degli equilibri finanziari prevista dalla norma.
Si va al voto: 10 favorevoli Signorelli non è in aula.
6° punto O. di G. – Armonizzazione dei sistemi e degli schemi contabili D.Lgs 118/2011. rinvio al 2017 dell'adozione del principio della contabilità economico-patrimoniale del bilancio consolidato e del piano dei conti integrato.
Le opposizioni leggono il comunicato congiunto che riportiamo di seguito:
Si prende atto della proposta di questo consiglio comunale di esercitare la facoltà di rinvio al 2017 per l’adozione del principio di contabilità economico-patrimoniale, del bilancio consolidato e del piano dei conti integrato.
Sin d’ora si evidenzia che i gruppi “Prospettiva San Fermo” e “San Fermo Democratica” esprimeranno voto favorevole alla proposta di deliberazione di questo Consiglio Comunale.
Si ritiene, infatti, legittimo esercitare la facoltà di rinvio al 2017 per consentire alla struttura comunale l’implementazione dei necessari strumenti procedurali, operativi ed organizzativi finalizzati ad una corretta applicazione dei nuovi principi contabili.
Al riguardo, tuttavia, è d’uopo chiedere al Sindaco se è stata iniziata una attività specifica attraverso la quale, allo scadere dei termini, la struttura del nostro Ente risulterà idonea per porre in essere le prescrizioni richieste dalle norme legislative in materia amministrativa o, come già successo per altri precetti, i nostri amministratori si limiteranno esclusivamente a rinviare il contesto senza dare inizio a quella necessaria attività organizzativa che permetterà a tutto il personale dipendente, interessato all’innovazione, a poter operare con serenità e cognizione di causa.
Si va al voto: 11 favorevoli.
7° punto O. di G. – Modifica deliberazione del Consiglio Comunale n. 5 del 18-03-2015 ad oggetto:”Imposta unica Comunale I.U.C. - componente IMU – determinazione aliquote per l'anno 2015.
Punto propriamente tecnico modifica di un paragrafo che nella sostanza non varia
Si va al voto: 11 favorevoli.
8° punto O. di G. – Rinnovo convenzione per la fruizione dei servizi di assistenza scolastica a Como da parte degli alunni residenti in S. Fermo e vice versa.
Questa convenzione riguarda gli alunni che frequentano la scuola dell'infanzia e le elementari. Sono escluse le scuole medie perché........Coviello dice perché si è sempre fatto così........il Segretario precisa che è solo questione di numeri.
Si va al voto: 11 favorevoli.
9° punto O. di G. – Approvazione misure provvisorie per l'applicazione del calcolo ISEE.
In attesa di indicazioni per il calcolo ISEE si confermano le modalità in atto.
Si va al voto: 11 favorevoli.
10° punto O. di G. – mozione consiliare del gruppo Lega Nord ad oggetto:”Riassetto istituzionale unione dei comuni di S. Fermo e Cavallasca”:
legge la mozione il consigliere Signorelli che chiede all'Amministrazione di accelerare la tempistica per la fusione (l'unione è un'altra faccenda....) e l'istituzione di una apposita commissione.
Risponde il Sindaco comunicando che con Cavallasca si stanno aspettando delle risposte da Roma per confermare i finanziamenti e la deroga al patto di stabilità visto che la Legge Del Rio non chiarisce questi aspetti per quanto riguarda la fusione per incorporazione.
Inoltre il Sindaco comunica che personalmente ha approfondito tre aspetti fondamentali:
- storici: S. Fermo ha visto le prime tracce di insediamenti umani nel XI secolo a.C. (dal portale del Comune), mentre Cavallasca ha origini medioevali.
- realtà associative: le associazioni dovranno pianificare la loro fusione.
- religiose: il nuovo comune avrà due parrocchie.
Interviene Mascetti dichiarando che i due Sindaci hanno esaminato i pro e i contro di una eventuale incorporazione e i pro superano i contro, ad esempio 300.000 euro/anno per 10 anni, mentre per la deroga al patto di stabilità bisogna attendere la risposta da Roma. Riassume pertanto i passaggi che i due sindaci hanno affrontato:
1- a Maggio le due Amministrazioni hanno appurato che la scadenza per presentare in Regione domanda per la fusione era il 28 Febbraio
2- le due Giunte hanno incontrato i rappresentati regionali
3- vengono a conoscenza che entro il 15 Luglio era possibile presentare la richiesta di deroga a tale scadenza, richiesta che non è stata presentata
4- sempre a seguito di questi incontri si è appurata la possibilità della fusione per incorporazione
5- ad oggi si attende la risposta dal Ministero per la questione patto di stabilità.
Conclusione: l'Amministrazione sta già lavorando per la fusione, la commissione non serve quindi sposare la mozione non ha senso.
A questo punto i due gruppi di opposizione leggono un comunicato riportato di seguito:
Con riferimento alla mozione consiliare del gruppo “Lega Nord” inerente la fusione dei comuni di San Fermo della Battaglia e Cavallasca, si evidenzia che i gruppi “Prospettiva San Fermo” e “San Fermo Democratica” sono favorevoli ad un accoglimento delle richieste in essa evidenziate ed in particolare laddove si chiede l’istituzione di una apposita commissione consiliare formata da membri di maggioranza e opposizione dei due comuni.
Si ritiene, infatti, superata la richiesta rivolta all’Amministrazione comunale di avviare immediatamente l’iter di fusione con il comune di Cavallasca. Grazie alle informazioni attinte dagli articoli riportati da una testata giornalistica locale a partire già dal mese di Maggio ca e da spiegazioni fornite dagli amministratori del comune di Cavallasca si è venuti a conoscenza che si è in procinto di avviare l'iter amministrativo che dovrebbe portare ad una fusione dei due Comuni in tempi brevi anzi brevissimi, senza però ancora uno studio e un progetto abbozzato e predisposto al fine di comprendere meglio la tematica in questione.
Infatti tali dati sono totalmente sconosciuti al nostro Sindaco. Altrimenti, quale spiegazione può essere data alle affermazioni dello stesso che a seguito di una “interrogazione urgente a risposta scritta” datata 6 giugno 2015 tesa ad acquisire notizie circa l’eventuale fusione dei due comuni, con nota n. 5860/1.1 di Prot. datata 3 luglio 2015, dichiara: (...omissis…) attualmente si stanno ricercando i dati dei due Enti per una successiva valutazione, non è al momento possibile fornire risposta all’interrogazione (…omissis…).
Preme sottolineare che la richiesta dell’istituzione di una commissione consiliare formata da membri di maggioranza e opposizione dei due comuni risulta legittima e di basilare importanza poiché il progetto di fusione tra San Fermo della Battaglia e Cavallasca non può essere equiparato ad un mero atto amministrativo. Esso, infatti, riveste un carattere del tutto straordinario. Determinerà il futuro di un’ intera comunità e non è una questione da gestire nella stretta cerchia di pochi.
Si ritiene che debbano essere discusse, in tutte le sue fasi, le modalità con le quali si vuole arrivare ad una fusione tra i due comuni, dalla tempistica, agli obiettivi che si pone ed alla partecipazione dei cittadini nella sua realizzazione. Un progetto importante come la fusione di due comuni non può essere ridotto ad una semplice presa d’atto di decisioni assunte da chi amministra la macchina comunale.
Basterebbe seguire le procedure che altri comuni hanno adottato con ottimi risultati. Possibile che nel nostro Comune diventi tutto ingarbugliato e di difficile attuazione e che debba sempre prevalere il mutismo o debba necessariamente imporsi il segreto per un atto pubblico di interesse collettivo ?
Ed ancora, perché i gruppi di opposizione che rappresentano un numero considerevole di cittadini debbano attingere notizie dall’altro comune interessato alla fusione ?
In questi giorni si registrano incontri avvenuti tra i due gruppi di maggioranza di San Fermo della Battaglia e Cavallasca con rappresentanti istituzionali regionali proprio su questo argomento. Purtroppo, tali incontri sono stati preclusi ai rappresentanti dei gruppi consiliari che, non solo non sono stati invitati, ma neppure avvisati.
Inoltre è stata completamente ignorata la richiesta di questi gruppi consiliari di un incontro urgente al fine di acquisire informazioni direttamente dal Sindaco.
Un fatto assai grave che impedisce, a chi come noi che si è espresso favorevolmente al procedimento di fusione ed ha un atteggiamento assolutamente costruttivo sulla vicenda, di esercitare un ruolo collaborativo per individuare assieme il miglior percorso amministrativo aperto e partecipativo e ai cittadini di essere informati e coinvolti in quel che sta succedendo.
Per questi motivi i membri dei gruppi “Prospettiva San Fermo” e “San Fermo Democratica” sposano la richiesta avanzata dal gruppo “Lega Nord” e chiedono l’istituzione di una apposita commissione consiliare di verifica formata da membri di maggioranza e opposizione dei due comuni interessati al progetto di fusione.
Per finire si vuole citare un vecchio proverbio che sosteneva: “””la gatta frettolosa fece i gattini ciechi”””. Con questo assunto non si vuole fare del facile sarcasmo sull’operato di quei pochi amministratori che stanno trattano il progetto di fusione bensì si vuol mettere in risalto la circostanza che la troppa fretta di giungere ad uno scopo più delle volte rovina tutto. In tal caso non pagherà colui che, per motivi noti solo a lui, ha deciso di correre ma pagheranno tutti gli inconsapevoli cittadini coinvolti in qualche cosa a loro ignota.
A questo punto inizia il teatrino del consigliere della Lega Nord; visto che la maggioranza ha dichiarato che avrebbe votato contro, anche se i due gruppi di opposizione hanno dichiarato voto favorevole, non sa se ritirare o meno la mozione (la ritiro se la prossima volta la maggioranza vota a favore......ghignata di Mascetti), presento un emendamento, no non lo presento, no non la ritiro, si la ritiro, ma decidete voi.......alla fine quasi a mezzanotte si va al voto: 4 favorevoli le opposizioni e 7 contrari la maggioranza.
San Fermo e Cavallasca
Fusione o incorporazione: vince l’improvvisazione
Fin dalla nascita della lista di Sanfermodemocratica abbiamo creduto nella unione dei comuni. Una opportunità per affrontare le sempre maggiori difficoltà cui vanno incontro le amministrazioni delle piccole comunità.
Abbiamo però sempre ritenuto che non si tratta di una passeggiata priva di insidie e difficoltà.
Occorre analizzare bene la situazione dei comuni interessati, omogeneizzare le previsioni di sviluppo urbanistico che potrebbero divergere, riformulare piani di investimento pluriennali individuando priorità comuni etc.
Occorre tener conto del tessuto sociale analizzando eventuali disomogeneità in materia di occupazione, pendolarismo, frontarielato, percentuale di anziani … per modulare i diversi servizi a disposizione.
Occorre coinvolgere e formare per tempo i dipendenti comunali ad alcuni dei quali si chiederà di ampliare la propria professionalità o di trasferirsi in altra sede.
Occorre soprattutto coinvolgere la popolazione non solo per illustrare i benefici della operazione ma per trovare insieme le soluzioni a scelte che potrebbero essere impopolari come il trasferimento di uffici e servizi da una sede all’altra o addirittura la chiusura di sedi con la necessità di spostarsi.
In quattro anni di amministrazione la giunta Comunale di San Fermo non ha mai affrontato l’argomento. Poi improvvisamente, fulminati sulla via di Damasco, sindaco e vicesindaco lanciano l’idea “uniamoci con Cavallasca!”.
Iniziano riunioni semiclandestine tra le due amministrazioni, si evita accuratamente la discussione nelle sedi istituzionali come il Consiglio Comunale e le Commissioni, si lasciano all’oscuro le minoranze. Si rilasciano quindi trionfalistiche dichiarazioni alla stampa sottolineando gli aspetti positivi del matrimonio tra la “ricca San Fermo e la nobile Cavallasca”.
La fretta e l’improvvisazione fanno però perdere il treno della fusione diciamo per via convenzionale, che per vederla realizzata per i primi mesi del 2016 andava richiesta in Regione entro Febbraio 2015.
Niente paura! Se non si può ricorrere alla “fusione convenzionale” adotteremo la “fusione per incorporazione” prevista da altre leggi dello Stato. Non più una unione alla pari ma il comune più grosso “ingloba” quello più piccolo. Anche stavolta senza chiedere un parere a nessuno, tanto meno agli abitanti di Cavallasca visto che in questo caso sono senza dubbio la “parte debole”.
Però ancora una volta si fanno i conti senza l’oste. Non è chiaro infatti se la “fusione per incorporazione” conceda gli stessi benefici economici della “fusione convenzionale” in particolare per quanto riguarda la deroga al “patto di stabilità”.
Il ministero del Tesoro interpellato non chiarisce: occorre il parere anche del ministero dell’Interno.
A questo punto ci si aspetterebbe una pausa di riflessione. Vale a dire fermiamoci e avviamo finalmente la discussione e il confronto che abbiamo snobbato in questi anni e prepariamoci con serietà alla prossima scadenza per presentare istanza di fusione alla Regione.
Invece no! Sulla stampa locale del 14 Agosto arriva la doccia fredda con una dichiarazione del sindaco Falsone “… pertanto la possibilità di unione dei due comuni si allontanerebbe nel tempo, forse in modo definitivo”.
Vale a dire “se non c’è la deroga al patto di stabilità gli altri vantaggi non ci interessano” (contraddicendo quanto affermato a suo tempo dal vicesindaco Mascetti) e ancora “o si fa tutto adesso o mai più!”.
Quindi, per i nostri Amministratori, o si incorpora Cavallasca PRIMA delle elezioni amministrative di Maggio 2016 o il giocattolino non interessa più.......perchè.......perchè bisogna innanzitutto crederci, confrontarsi con i cittadini (tutti non solo pochi eletti), in caso di “fusione convenzionale” avviare l'iter in Regione entro Febbraio 2016, affrontare la amministrative di Maggio, preparare il referendum, se l'esito è positivo in entrambi i Comuni, procedere con il Commissariamento, riaffrontare le Amministrative per un unico Consiglio Comunale, il nuovo Comune non si chiamerà più nè S. Fermo nè Cavallasca con tutto quello che consegue.....troppa fatica, S. Fermo è il comune ricco e della nobiltà può farne decisamente a meno.......
Si può affrontare un tema così serio e importante con tale approssimazione??

domenica 6 settembre 2015

San Fermo e il pasticcio della gestione del Servizio Idrico 
 
In base ad una legge regionale in Lombardia sono stati costituiti i cosiddetti ATO (Ambito Territoriale Ottimale), che devono sostituirsi ai comuni singoli o associati per gestire, attraverso una apposita nuova società, tutto quello che riguarda l’acqua: captazione da pozzi e sorgenti, distribuzione di acqua potabile, collettamento fognario, depurazione e relative tariffe… ovvero il Sistema Idrico Integrato.
 
L’ATO è un’area geografica definita dalla L.R. 26/2003 e s.m.i., che nel caso di Como coincide con il territorio della provincia di Como e quindi ogni Comune vi fa parte.
Nella nostra provincia l’ATO è stato istituito il primo gennaio 2012 e come già ribadito tutti i 154 Comuni della provincia ne devono far parte.
 
A partire dall’affidamento del servizio idrico integrato, che deve avvenire entro il 30 settembre c.a, (data ultima prevista per legge), l’unico soggetto titolato alla gestione delle acque potabili e reflue sarà il gestore unico. A partire da questa data inoltre nessuna Amministrazione sarà titolata ad approvare tariffe.
 
Infatti le attuali gestioni, compreso il nostro consorzio idrico gestito con Cavallasca e Colverde saranno accorpate in maniera graduale in un unico gestore che si interfaccerà con i Comuni e con gli utenti dei servizi. 
 
La gran parte dei comuni ha già da tempo ufficializzato con apposita deliberazione l’adesione ad ATO nominando un suo rappresentante che partecipa ad una “Conferenza dei Comuni”.
La Conferenza ha già preso importanti provvedimenti riguardanti i rapporti con una apposita  “società di gestione” che operativamente eseguirà tutti gli interventi del Sistema Idrico Integrato.
Ha inoltre già deliberato in materia di tariffe e soprattutto sulle priorità di intervento e su come utilizzare le risorse economiche a disposizione.
 
Il fatto positivo di questo sistema è il mantenimento di una gestione di tipo pubblico che rispetta quindi lo spirito del referendum popolare del 2011.
 
Il comune di San Fermo della Battaglia, pur avendone già discusso in Consiglio ed in una Commissione istituita ad hoc, non ha però ancora aderito ad ATO.
Alcuni esponenti della maggioranza (non tutti!) non sono d’accordo. Le motivazioni sono state varie ma possono essere riassunte nell’affermazione “non ci fidiamo di un gestore provinciale, le cose funzionano meglio se decise e realizzate a livello comunale”, o anche “non possiamo farci imporre le tariffe da altri”.
 
Ma sono vere queste affermazioni? Cosa comporta poi questa mancata adesione?
 
Sul piano strettamente formale non si avrà nessuna conseguenza perché la legge è chiara; tutti i comuni del territorio provinciale sono di fatto parte dell’ATO, indipendentemente dalla formalizzazione con delibera.
Ma se anche fosse possibile, non farne parte sarebbe una sciocchezza, perché San Fermo non è autonomo per il servizio idrico: la falda dell’acqua potabile è ubicata a Colverde (Parè) e le fognature scaricano in un collettore e in un depuratore che condivide con altri comuni.
 
Sul piano pratico le conseguenze immediate possono essere invece pericolose perché, non avendo un proprio rappresentante nella Conferenza dei Comuni,  San Fermo non ha potuto finora dire la sua su tariffe (cui dovrà comunque obbligatoriamente aderire!) e soprattutto sulla priorità nella destinazione delle risorse finanziarie.
 
Non dimentichiamo a questo proposito che San Fermo necessita di interventi urgenti per eliminare le perdite di acqua potabile lungo la rete e per ammodernare le fognature e che l’anno scorso ha dirottato su altri capitoli di bilancio ben 100.000 Euro originariamente destinati all’acquedotto.

San Fermo della Battaglia, 4 Settembre 2015

venerdì 10 luglio 2015

Coworking nell’ex Somaini
Riportiamo un breve resoconto dell'incontro pubblico introdotto da Riccardo Gagliardi Vice Segretario Provinciale PD e concluso da Enzo Tiso di San Fermo Democratica.
La proposta di adibire ad attività di Coworking almeno una parte della superficie dell’ex Istituto Somaini è stato l’oggetto della tavola rotonda di Sabato 20 giugno presso la sala polifunzionale del Comune di San Fermo della Battaglia.
Possiamo così riassumere quanto emerso dagli interventi degli “esperti” chiamati ad esprimersi sull’argomento. Va precisato che il quesito loro posto riguardava soprattutto l’inquadramento economico generale e la fattibilità del coworking indipendentemente dalla sede, che alcuni di loro non conoscevano, ma tenendo conto che sarebbe stato un ente pubblico a farsene carico. I riferimenti al Somaini sono stati fatti nella presentazione iniziale, nei commenti del moderatore, il giornalista Bruno Profazio, e nelle conclusioni.
L’utilità e attualità del Coworking è chiaramente stata illustrata dall’intervento di Alberto Canali che da quattro anni gestisce un’attività privata associata a Cowo Italia. La domanda è in crescita legata sia al nuovo mercato del lavoro che ai costi di gestione di una attività libero professionale o artigianale. Il coworker non è solo il giovane professionista che apre una partita IVA, ma anche il dirigente che si mette in proprio, il lavoratore a domicilio che ha bisogno di attrezzature e servizi più sofisticati ecc.
Canali ha anche parlato del coinvolgimento, sinergie e lavoro di rete che si instaurano tra i coworkers anche se operano in ambiti diversi tra loro.
Ha infine fatto capire che tra le diverse attività ospitate un osservatore attento può individuare quelle che possono assumere le caratteristiche di start up innovative (nel suo caso una impresa che si sta occupando di stampa 3D).
A questo riguardo utile è stato l'intervento dell'avvocato Barbara Ferrari che si sta proprio occupando di start up, come referente comasca del prpgetto Back To Work del Sole 24 Ore.
htt://backtowork.ilsole24ore.com (Dove il capitale privato e il capitale umanosi incontrano con le piccole imprese).
 
Ha infatti ricordato i vantaggi e agevolazioni che la recete legge offre alle start up che raggiungono i requisiti previsti dalla normativa. Requisiti non irraggiungibili.
Ad Alberto Bergna segretario provinciale di una importante confederazione artigiana come la CNA è stato chiesto quale supporto può venire dall’esterno a chi aderisce a queste attività. Bergna ha parlato di microcredito, che può essere richiesto da piccole attività in fase di avvio. Non si tratta di grandi cifre (circa 2.500 Euro) ma sicuramente utili per chi non ha bisogno di grandi investimenti per la propria attività. Nel corso del dibattito si è poi ricordato il contributo in termini di assistenza che una associazione come la CNA può offrire per affrontare ostacoli burocratici, autorizzazioni da enti pubblici, problematiche ambientali e di sicurezza ecc.
Canali, Ferrari e Bergna sono intervenuti dopo che il prof. Samuele Astuti della Università Liuc di Castellanza, dove coordina un laboratorio su imprese e innovazione, aveva giustamente avvertito nel suo intervento di stare attenti a non volare troppo alto. Non bisogna infatti aspettarsi che si possa dal nulla creare una fucina di imprese innovative che rivoluzionano il mercato con le proprie scoperte. Vera innovazione può esserci solo a seguito di grossi investimenti, soprattutto pubblici rivolti alla ricerca e per fare ciò occorre che si intervenga a livello regionale o comunque di grosse aree distrettuali.
Dello stesso tenore l’intervento di Giorgio Carcano presidente di Como Next. Non bisogna avere la velleità di creare dal nulla un incubatoio di start up. Puntare invece alla vera novità del coworking: dare una mano a giovani intraprendenti che non possono sopportare costi alti di avvio di una attività.
Infine Rita Livio, Presidente della Provincia di Como, ha fatto capire come la pubblica amministrazione, pur in un periodo di scarse risorse può mettere a disposizione servizi per favorire la nascita e la crescita di queste attività.
Nel corso del dibattito il Vicesindaco di San Fermo, Pierluigi Mascetti, intervenendo dal pubblico ha ricordato che per ristrutturare tutto il Somaini sono necessarie grosse somme. Il richiamo è stato accolto dal tavolo degli oratori per ribadire che se si mette a punto un progetto realistico si può partecipare a bandi per l’assegnazione di risorse che periodicamente vengono pubblicati sia per creare occupazione che per ristrutturare edifici storici, che per finalità a sfondo sociale. Per fare ciò vanno ricercate collaborazioni nell’ambito del privato e nelle fondazioni bancarie.
Dal pubblico è giunta in proposito anche una sollecitazione a non dimenticare la vocazione sociale storicamente presente nelle attività del Somaini come voluto dal suo fondatore.
Il dibattito si è concluso con la conferma della positività della proposta che però va resa concreta con uno studio di fattibilità adattato alle caratteristiche logistiche, strutturali e architettoniche dell’edificio individuando ad esempio la superficie necessaria e la parte più adatta. Nello stesso tempo va messo a punto un progetto che individui con maggior dettaglio le caratteristiche delle attività che si potrebbero insediare. Vanno definiti i rapporti con l’Amministrazione Comunale e con enti esterni. Vanno infine ricercate le fonti di finanziamento verificando anche la disponibilità di finanziatori privati interessati.
Tutto questo, come sollecitato in tutti gli interventi degli esperti, pensando ad una dimensione ed un riferimento di interesse sovracomunale.

venerdì 3 luglio 2015

Finalmente!
Il sindaco Maurizio Falsone in una lettera inviata il 3 Luglio ai residenti di via Fittavolo e via Mornago scrive:
dopo l’insediamento del centro sportivo Eracle si è registrato, come nelle previsioni, un incremento delle auto in sosta nelle aree limitrofe”.
Finalmente ammette ufficialmente quello che noi scrivevamo già nel 2011, semplicemente osservando il progetto del nuovo centro sportivo.
Lo schiaffo in faccia ai cittadini di San Fermo sta però in quelle tre parole “come nelle previsioni”.
Se questo era previsto, anche dall’amministrazione comunale, perché non si è intervenuti subito drasticamente in fase progettuale, ma si è andati per tentativi: prima la concessione dell’area pubblica di via Fittavolo trasformata in parcheggio coperto a pagamento, poi l’ampliamento e destinazione esclusiva a parcheggio del campo di calcio a 7, poi il permesso di disegnare strisce gialle nella zona di Via Fittavolo sita di fronte, riconoscendola come privata.
Per finire, per ora, con l’ultimo intervento previsto nella lettera citata: sosta oraria a rotazione nelle immediate vicinanze del centro, che non varrà per i residenti cui verrà rilasciato un tagliando da apporre sull’auto.
Un intervento importante per diminuire il disagio ma, anche questo, non risolutivo.
E i disagi per i residenti comunque ci saranno; le persone che a qualsiasi titolo (parenti, amici, collaboratori domestici, badanti.....) avranno la necessità di sostare per lungo tempo saranno costretti a cercarsi un parcheggio non propriamente comodo.
Questa è la programmazione lungimirante della nostra amministrazione comunale.
Aspettiamo con pazienza che si accorgano degli altri motivi di disagio collegati col centro sportivo: inquinamento atmosferico da traffico, rumore e schiamazzi, inquinamento visivo…..
Come sempre, quando parliamo del centro sportivo Eracle, ci teniamo a ribadire che non siamo “contro” la struttura, ma vorremmo, anzi avremmo voluto fin dalla fase progettuale, una migliore integrazione col quartiere che, innegabilmente, è cambiato dopo il suo insediamento.

giovedì 18 giugno 2015

Aspettando sabato 20 giugno

Pubblichiamo di seguito il volantino predisposto per il pubblico che parteciperà all'incontro pubblico con il riassunto del contenuto della mattinata e della proposta che ha lanciato il gruppo San Fermo Democratica e il circolo PD Nelson Mandela.

Proposta per destinazione d'uso "ex Somaini"
Il Comune di San Fermo della Battaglia a seguito dell'attuazione dell'Accordo di Programma sottoscritto in data 13 dicembre 2003, finalizzato alla localizzazione e alla realizzazione del nuovo ospedale Sant'Anna, ha acquisito nel 2007 in forma gratuita dal Comune di Como, il complesso immobiliare denominato “Istituito Somaini”, fabbricato più terreni.
La struttura è molto ampia, e ad esclusione del vecchio corpo di fabbrica verso la via Somaini che è fatiscente e pericolante, la restante parte sembrerebbe da un punto di vista strutturale in buone condizioni di conservazione, mentre il parco circostante risulta essere in uno stato di abbandono.
Il Comune ha provveduto in questi ultimi anni al recupero e messa in sicurezza di una parte del complesso.
La rivalorizzazione dell'intero compendio resta senza dubbio un punto fermo per lo sviluppo economico/sociale del territorio, obiettivo che riteniamo debba essere perseguito cercando alleanze con altri enti pubblici ed eventualmente anche privati ma con il fine principale di interesse generale e non di profitto.
Rispetto alla destinazione d'uso diverse ipotesi si sono susseguite, azienda agricola, appartamenti per anziani, biblioteca, scuola privata, museo …..
Riteniamo che una soluzione possa essere adottata dopo aver eseguito una attenta analisi della situazione economica e sociale del territorio.
La crisi economica nonostante qualche segnale positivo si prospetta ancora lunga, la disoccupazione aumenta e le aspettative per i giovani sono sempre più buie. Anche la vicina Svizzera non è più una realtà lavorativa sicura e per i più fortunati c’è solo il precariato sottopagato o l’emigrazione all’estero.
Eppure ci sono tanti giovani con idee innovative che vorrebbero intraprendere una attività o una professione ma non hanno abbastanza risorse per affittare un immobile e acquistare i mobili e le attrezzature necessarie. Le banche non concedono finanziamenti a meno di ipotecare la casa dei genitori. Lo strozzinaggio è purtroppo una realtà anche dalle nostre parti.
Ecco quindi la proposta:
mettere a disposizione degli spazi all’interno del Somaini per il tempo necessario ad avviare e stabilizzare piccole attività artigianali non inquinanti o di tipo professionale. A costi contenuti si affitteranno superfici che prevedono postazioni di lavoro separate, ma anche spazi comuni quali aulette attrezzate per riunioni e incontri, spazi per archivi e attrezzature d’ufficio e informatiche condivise, compresa una unica postazione di segreteria e di accoglienza.
Con i proventi, pur contenuti degli affitti, il Comune potrà provvedere ai costi di manutenzione dell’immobile.
Associazioni artigiane e sindacali, collegi e ordini professionali, opportunamente coinvolti, potranno fornire assistenza e consulenza e mettere a disposizione i propri uffici legali e fiscali per superare incombenze burocratiche ed amministrative.
Questo modo di lavorare viene chiamato co-working ed in Italia, ma soprattutto all’estero, esistono già tante esperienze positive. È stato dimostrato che i vantaggi non sono solo di tipo economico perchè si riducono i costi d’impresa e si condividono affitto e utenze, ma la vicinanza serve anche a confrontarsi, scambiare esperienze ed affrontare meglio le avversità. Si affinano relazioni, si valorizzano legami, si entra in contatto con professionalità diverse, ci si stimola a vicenda.
Il Somaini può divenire quindi un luogo di aggregazione di imprese che aiuta giovani intraprendenti, ma anche meno giovani che hanno perso il posto fisso e tentano una avventura in proprio, a superare difficoltà logistiche, burocratiche ed economiche.
Si propone quindi di destinare una parte della volumetria del complesso Somaini alla creazione di un ambiente lavorativo facilitato (co-working).
Successivamente, coinvolgendo il mondo del lavoro e delle imprese, si potrà anche intraprendere una più articolata attività di incubatoio di piccole imprese (start up) originali e innovative.
    
San Fermo Democratica 

PD circolo Nelson Mandela 
di San Fermo, Cavallasca e Colverde