venerdì 11 settembre 2015

CASA ROSSA”, GOVERNO E TUTELA DEL TERRITORIO: LA PUNTA DELLO STESSO ICEBERG?
La vicenda della Casa Rossa di Via Figino, se non chiarita per quanto riguarda gli aspetti legati al rispetto delle istituzioni ed alla correttezza dell’applicazione delle norme e regolamenti da parte delle istituzioni stesse, rischia di trasformarsi in un elemento disgregante all’interno della nostra comunità.
Dei complessi aspetti giudiziari colpisce sicuramente il fatto che l'attuale Amministrazione si ostina a non accettare ben tre sentenze del Tribunale Amministrativo eludendo di fatto la loro applicazione, creando, oltre ad un grave precedente, una profonda sfiducia da parte dei cittadini nei confronti della Pubblica Amministrazione e in particolare nei confronti del Comune di S. Fermo e quindi, inevitabilmente, di tutte le componenti politiche che lo rappresentano.
Va ricordato inoltre che tutte le procedure giudiziarie che il Comune ha già affrontato o che affronterà per “cattiva amministrazione” vengono comunque pagate con i soldi dei cittadini indipendentemente dal loro risultato. A tale costo si aggiunge anche il costo rappresentato dal tempo, che dipendenti, dirigenti e Amministratori Comunali devono dedicare al caso.
Comunque la sensazione percepita da più cittadini è che lo sviluppo del territorio comunale, soprattutto il suo uso con gli ultimi insediamenti, rispondono in tutta evidenza ad interessi speculativi senza alcuna politica riguardo la tutela del territorio stesso, oltre a ritenere che l’attuale Amministrazione non abbia minimamente sotto controllo la situazione ne, tanto meno, la capacità di governarla.
Tali considerazioni nascono dal fatto che, alla questione della Casa Rossa, si è negli ultimi Anni sommata una consistente e devastante urbanizzazione sulla collina di Camerano a scendere fino a Mornago e di recente, una qualità edilizia decisamente scadente dal punto di vista dell’inserimento ambientale e paesaggistico; anche un recente cantiere apertosi in Via Mornago, in relazione all’aclività del terreno, riporta inevitabilmente a pensare, per analogia, alla questione della “Casa Rossa”.
Inoltre non possiamo fare a meno di pensare che, in relazione al recente rinnovato interesse a perseguire l’obiettivo di fusione con il Comune di Cavallasca, se le credenziali dell’Amministrazione Comunale di San Fermo nella gestione urbanistico/edilizia e paesaggistico/ambientale sono quelle rappresentate dagli insediamenti sopra richiamati, è evidente il rischio che i grossi spazi verdi di Cavallasca facciano la stessa fine della collina di Camerano.
Ricordiamo che da sempre lo scrivente gruppo consigliare ha da subito valutato il PGT (ex Piano Regolatore) di San Fermo assolutamente inadeguato a garantire il rispetto delle peculiarità e qualità urbanistico/edilizie e paesaggistico/ambientali in termini di tutela del territorio.
Pertanto riteniamo che è assolutamente necessaria un'inversione di rotta vista anche la nuova normativa Regionale che pone finalmente un freno al consumo di suolo.

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