“CASA ROSSA”, GOVERNO E
TUTELA DEL TERRITORIO: LA PUNTA DELLO STESSO ICEBERG?
La vicenda della Casa Rossa di
Via Figino, se non chiarita per quanto riguarda gli aspetti legati al
rispetto delle istituzioni ed alla correttezza dell’applicazione
delle norme e regolamenti da parte delle istituzioni stesse, rischia
di trasformarsi in un elemento disgregante all’interno della nostra
comunità.
Dei complessi aspetti
giudiziari colpisce sicuramente il fatto che l'attuale
Amministrazione si ostina a non accettare ben tre sentenze del
Tribunale Amministrativo eludendo di fatto la loro applicazione,
creando, oltre ad un grave precedente, una profonda sfiducia da parte
dei cittadini nei confronti della Pubblica Amministrazione e in
particolare nei confronti del Comune di S. Fermo e quindi,
inevitabilmente, di tutte le componenti politiche che lo
rappresentano.
Va ricordato inoltre che tutte
le procedure giudiziarie che il Comune ha già affrontato o che
affronterà per “cattiva amministrazione” vengono comunque pagate
con i soldi dei cittadini
indipendentemente dal loro risultato. A tale costo si aggiunge anche
il costo rappresentato dal tempo, che dipendenti, dirigenti e
Amministratori Comunali devono dedicare al caso.
Comunque la sensazione
percepita da più cittadini è che lo sviluppo del territorio
comunale, soprattutto il suo uso con gli ultimi insediamenti,
rispondono in tutta evidenza ad interessi speculativi senza alcuna
politica riguardo la tutela del territorio stesso, oltre a ritenere
che l’attuale Amministrazione non abbia minimamente sotto controllo
la situazione ne, tanto meno, la capacità di governarla.
Tali considerazioni nascono
dal fatto che, alla questione della Casa Rossa, si è negli ultimi
Anni sommata una consistente e devastante urbanizzazione sulla
collina di Camerano a scendere fino a Mornago e di recente, una
qualità edilizia decisamente scadente dal punto di vista
dell’inserimento ambientale e paesaggistico; anche un recente
cantiere apertosi in Via Mornago, in relazione all’aclività del
terreno, riporta inevitabilmente a pensare, per analogia, alla
questione della “Casa Rossa”.
Inoltre non possiamo fare a
meno di pensare che, in relazione al recente rinnovato interesse a
perseguire l’obiettivo di fusione con il Comune di Cavallasca, se
le credenziali dell’Amministrazione Comunale di San Fermo nella
gestione urbanistico/edilizia e paesaggistico/ambientale sono quelle
rappresentate dagli insediamenti sopra richiamati, è evidente il
rischio che i grossi spazi verdi di Cavallasca facciano la stessa
fine della collina di Camerano.
Ricordiamo che da sempre lo
scrivente gruppo consigliare ha da subito valutato il PGT (ex Piano
Regolatore) di San Fermo assolutamente inadeguato a garantire il
rispetto delle peculiarità e qualità urbanistico/edilizie e
paesaggistico/ambientali in termini di tutela del territorio.
Pertanto riteniamo che è
assolutamente necessaria un'inversione di rotta vista anche la nuova
normativa Regionale che pone finalmente un freno al consumo di suolo.
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