domenica 6 settembre 2015

San Fermo e il pasticcio della gestione del Servizio Idrico 
 
In base ad una legge regionale in Lombardia sono stati costituiti i cosiddetti ATO (Ambito Territoriale Ottimale), che devono sostituirsi ai comuni singoli o associati per gestire, attraverso una apposita nuova società, tutto quello che riguarda l’acqua: captazione da pozzi e sorgenti, distribuzione di acqua potabile, collettamento fognario, depurazione e relative tariffe… ovvero il Sistema Idrico Integrato.
 
L’ATO è un’area geografica definita dalla L.R. 26/2003 e s.m.i., che nel caso di Como coincide con il territorio della provincia di Como e quindi ogni Comune vi fa parte.
Nella nostra provincia l’ATO è stato istituito il primo gennaio 2012 e come già ribadito tutti i 154 Comuni della provincia ne devono far parte.
 
A partire dall’affidamento del servizio idrico integrato, che deve avvenire entro il 30 settembre c.a, (data ultima prevista per legge), l’unico soggetto titolato alla gestione delle acque potabili e reflue sarà il gestore unico. A partire da questa data inoltre nessuna Amministrazione sarà titolata ad approvare tariffe.
 
Infatti le attuali gestioni, compreso il nostro consorzio idrico gestito con Cavallasca e Colverde saranno accorpate in maniera graduale in un unico gestore che si interfaccerà con i Comuni e con gli utenti dei servizi. 
 
La gran parte dei comuni ha già da tempo ufficializzato con apposita deliberazione l’adesione ad ATO nominando un suo rappresentante che partecipa ad una “Conferenza dei Comuni”.
La Conferenza ha già preso importanti provvedimenti riguardanti i rapporti con una apposita  “società di gestione” che operativamente eseguirà tutti gli interventi del Sistema Idrico Integrato.
Ha inoltre già deliberato in materia di tariffe e soprattutto sulle priorità di intervento e su come utilizzare le risorse economiche a disposizione.
 
Il fatto positivo di questo sistema è il mantenimento di una gestione di tipo pubblico che rispetta quindi lo spirito del referendum popolare del 2011.
 
Il comune di San Fermo della Battaglia, pur avendone già discusso in Consiglio ed in una Commissione istituita ad hoc, non ha però ancora aderito ad ATO.
Alcuni esponenti della maggioranza (non tutti!) non sono d’accordo. Le motivazioni sono state varie ma possono essere riassunte nell’affermazione “non ci fidiamo di un gestore provinciale, le cose funzionano meglio se decise e realizzate a livello comunale”, o anche “non possiamo farci imporre le tariffe da altri”.
 
Ma sono vere queste affermazioni? Cosa comporta poi questa mancata adesione?
 
Sul piano strettamente formale non si avrà nessuna conseguenza perché la legge è chiara; tutti i comuni del territorio provinciale sono di fatto parte dell’ATO, indipendentemente dalla formalizzazione con delibera.
Ma se anche fosse possibile, non farne parte sarebbe una sciocchezza, perché San Fermo non è autonomo per il servizio idrico: la falda dell’acqua potabile è ubicata a Colverde (Parè) e le fognature scaricano in un collettore e in un depuratore che condivide con altri comuni.
 
Sul piano pratico le conseguenze immediate possono essere invece pericolose perché, non avendo un proprio rappresentante nella Conferenza dei Comuni,  San Fermo non ha potuto finora dire la sua su tariffe (cui dovrà comunque obbligatoriamente aderire!) e soprattutto sulla priorità nella destinazione delle risorse finanziarie.
 
Non dimentichiamo a questo proposito che San Fermo necessita di interventi urgenti per eliminare le perdite di acqua potabile lungo la rete e per ammodernare le fognature e che l’anno scorso ha dirottato su altri capitoli di bilancio ben 100.000 Euro originariamente destinati all’acquedotto.

San Fermo della Battaglia, 4 Settembre 2015

Nessun commento:

Posta un commento