San
Fermo e Cavallasca
Fusione
o incorporazione: vince l’improvvisazione
Fin
dalla nascita della lista di Sanfermodemocratica abbiamo creduto
nella unione dei comuni. Una opportunità per affrontare le sempre
maggiori difficoltà cui vanno incontro le amministrazioni delle
piccole comunità.
Abbiamo
però sempre ritenuto che non si tratta di una passeggiata priva di
insidie e difficoltà.
Occorre
analizzare bene la situazione dei comuni interessati, omogeneizzare
le previsioni di sviluppo urbanistico che potrebbero divergere,
riformulare piani di investimento pluriennali individuando priorità
comuni etc.
Occorre
tener conto del tessuto sociale analizzando eventuali disomogeneità
in materia di occupazione, pendolarismo, frontarielato, percentuale
di anziani … per modulare i diversi servizi a disposizione.
Occorre
coinvolgere e formare per tempo i dipendenti comunali ad alcuni dei
quali si chiederà di ampliare la propria professionalità o di
trasferirsi in altra sede.
Occorre
soprattutto coinvolgere la popolazione non solo per illustrare i
benefici della operazione ma per trovare insieme le soluzioni a
scelte che potrebbero essere impopolari come il trasferimento di
uffici e servizi da una sede all’altra o addirittura la chiusura di
sedi con la necessità di spostarsi.
In
quattro anni di amministrazione la giunta Comunale di San Fermo non
ha mai affrontato l’argomento. Poi improvvisamente, fulminati sulla
via di Damasco, sindaco e vicesindaco lanciano l’idea “uniamoci
con Cavallasca!”.
Iniziano
riunioni semiclandestine tra le due amministrazioni, si evita
accuratamente la discussione nelle sedi istituzionali come il
Consiglio Comunale e le Commissioni, si lasciano all’oscuro le
minoranze. Si rilasciano quindi trionfalistiche dichiarazioni alla
stampa sottolineando gli aspetti positivi del matrimonio tra la
“ricca San Fermo e la nobile Cavallasca”.
La
fretta e l’improvvisazione fanno però perdere il treno della
fusione diciamo per via convenzionale, che per vederla realizzata per
i primi mesi del 2016 andava richiesta in Regione entro Febbraio
2015.
Niente
paura! Se non si può ricorrere alla “fusione convenzionale”
adotteremo la “fusione per incorporazione” prevista da altre
leggi dello Stato. Non più una unione alla pari ma il comune più
grosso “ingloba” quello più piccolo. Anche stavolta senza
chiedere un parere a nessuno, tanto meno agli abitanti di Cavallasca
visto che in questo caso sono senza dubbio la “parte debole”.
Però
ancora una volta si fanno i conti senza l’oste. Non è chiaro
infatti se la “fusione per incorporazione” conceda gli stessi
benefici economici della “fusione convenzionale” in particolare
per quanto riguarda la deroga al “patto di stabilità”.
Il
ministero del Tesoro interpellato non chiarisce: occorre il parere
anche del ministero dell’Interno.
A
questo punto ci si aspetterebbe una pausa di riflessione. Vale a dire
fermiamoci e avviamo finalmente la discussione e il confronto che
abbiamo snobbato in questi anni e prepariamoci con serietà alla
prossima scadenza per presentare istanza di fusione alla Regione.
Invece
no! Sulla stampa locale del 14 Agosto arriva la doccia fredda con una
dichiarazione del sindaco Falsone “… pertanto la possibilità di
unione dei due comuni si allontanerebbe nel tempo, forse in modo
definitivo”.
Vale
a dire “se non c’è la deroga al patto di stabilità gli altri
vantaggi non ci interessano” (contraddicendo quanto affermato a suo
tempo dal vicesindaco Mascetti) e ancora “o si fa tutto adesso o
mai più!”.
Quindi,
per i nostri Amministratori, o si incorpora Cavallasca PRIMA delle
elezioni amministrative di Maggio 2016 o il giocattolino non
interessa più.......perchè.......perchè bisogna innanzitutto
crederci, confrontarsi con i cittadini (tutti non solo pochi eletti),
in caso di “fusione convenzionale” avviare l'iter in Regione
entro Febbraio 2016, affrontare la amministrative di Maggio,
preparare il referendum, se l'esito è positivo in entrambi i Comuni,
procedere con il Commissariamento, riaffrontare le Amministrative per
un unico Consiglio Comunale, il nuovo Comune non si chiamerà più nè
S. Fermo nè Cavallasca con tutto quello che consegue.....troppa
fatica, S. Fermo è il comune ricco e della nobiltà può farne
decisamente a meno.......
Si
può affrontare un tema così serio e importante con tale
approssimazione??
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