giovedì 10 settembre 2015

San Fermo e Cavallasca
Fusione o incorporazione: vince l’improvvisazione
Fin dalla nascita della lista di Sanfermodemocratica abbiamo creduto nella unione dei comuni. Una opportunità per affrontare le sempre maggiori difficoltà cui vanno incontro le amministrazioni delle piccole comunità.
Abbiamo però sempre ritenuto che non si tratta di una passeggiata priva di insidie e difficoltà.
Occorre analizzare bene la situazione dei comuni interessati, omogeneizzare le previsioni di sviluppo urbanistico che potrebbero divergere, riformulare piani di investimento pluriennali individuando priorità comuni etc.
Occorre tener conto del tessuto sociale analizzando eventuali disomogeneità in materia di occupazione, pendolarismo, frontarielato, percentuale di anziani … per modulare i diversi servizi a disposizione.
Occorre coinvolgere e formare per tempo i dipendenti comunali ad alcuni dei quali si chiederà di ampliare la propria professionalità o di trasferirsi in altra sede.
Occorre soprattutto coinvolgere la popolazione non solo per illustrare i benefici della operazione ma per trovare insieme le soluzioni a scelte che potrebbero essere impopolari come il trasferimento di uffici e servizi da una sede all’altra o addirittura la chiusura di sedi con la necessità di spostarsi.
In quattro anni di amministrazione la giunta Comunale di San Fermo non ha mai affrontato l’argomento. Poi improvvisamente, fulminati sulla via di Damasco, sindaco e vicesindaco lanciano l’idea “uniamoci con Cavallasca!”.
Iniziano riunioni semiclandestine tra le due amministrazioni, si evita accuratamente la discussione nelle sedi istituzionali come il Consiglio Comunale e le Commissioni, si lasciano all’oscuro le minoranze. Si rilasciano quindi trionfalistiche dichiarazioni alla stampa sottolineando gli aspetti positivi del matrimonio tra la “ricca San Fermo e la nobile Cavallasca”.
La fretta e l’improvvisazione fanno però perdere il treno della fusione diciamo per via convenzionale, che per vederla realizzata per i primi mesi del 2016 andava richiesta in Regione entro Febbraio 2015.
Niente paura! Se non si può ricorrere alla “fusione convenzionale” adotteremo la “fusione per incorporazione” prevista da altre leggi dello Stato. Non più una unione alla pari ma il comune più grosso “ingloba” quello più piccolo. Anche stavolta senza chiedere un parere a nessuno, tanto meno agli abitanti di Cavallasca visto che in questo caso sono senza dubbio la “parte debole”.
Però ancora una volta si fanno i conti senza l’oste. Non è chiaro infatti se la “fusione per incorporazione” conceda gli stessi benefici economici della “fusione convenzionale” in particolare per quanto riguarda la deroga al “patto di stabilità”.
Il ministero del Tesoro interpellato non chiarisce: occorre il parere anche del ministero dell’Interno.
A questo punto ci si aspetterebbe una pausa di riflessione. Vale a dire fermiamoci e avviamo finalmente la discussione e il confronto che abbiamo snobbato in questi anni e prepariamoci con serietà alla prossima scadenza per presentare istanza di fusione alla Regione.
Invece no! Sulla stampa locale del 14 Agosto arriva la doccia fredda con una dichiarazione del sindaco Falsone “… pertanto la possibilità di unione dei due comuni si allontanerebbe nel tempo, forse in modo definitivo”.
Vale a dire “se non c’è la deroga al patto di stabilità gli altri vantaggi non ci interessano” (contraddicendo quanto affermato a suo tempo dal vicesindaco Mascetti) e ancora “o si fa tutto adesso o mai più!”.
Quindi, per i nostri Amministratori, o si incorpora Cavallasca PRIMA delle elezioni amministrative di Maggio 2016 o il giocattolino non interessa più.......perchè.......perchè bisogna innanzitutto crederci, confrontarsi con i cittadini (tutti non solo pochi eletti), in caso di “fusione convenzionale” avviare l'iter in Regione entro Febbraio 2016, affrontare la amministrative di Maggio, preparare il referendum, se l'esito è positivo in entrambi i Comuni, procedere con il Commissariamento, riaffrontare le Amministrative per un unico Consiglio Comunale, il nuovo Comune non si chiamerà più nè S. Fermo nè Cavallasca con tutto quello che consegue.....troppa fatica, S. Fermo è il comune ricco e della nobiltà può farne decisamente a meno.......
Si può affrontare un tema così serio e importante con tale approssimazione??

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