mercoledì 14 dicembre 2011

ESPOSTO - Strada di collegamento tra via Ravona - via Peneporto – Ospedale.

OGGETTO: Esposto a firma.
Comune di San Fermo della Battaglia (CO).
Accordo di programma finalizzato alla realizzazione di opere viabilistiche e di sosta in relazione al nuovo ospedale Sant’Anna.
Strada di collegamento tra via Ravona - via Peneporto – Ospedale.

Spett.le
REGIONE LOMBARDIA
Struttura VIA
U.O. Programmazione Integrata e Valutazione di Impatto Ambientale
D.G. Ambiente Energia e Reti
via Galvani, n. 27
MILANO


I sottoscritti: 
  • BUTTI Sabrina, nata a Como il 22 aprile 1965 e residente in San Fermo della Battaglia (CO), via S. Maria, n. 27,
 nella funzione di consigliere comunale facente parte del gruppo consigliare “San Fermo Democratica”;  
  • BUTTI Massimo, nato a Como il 28 agosto 1962 e domiciliato per la carica in San Fermo della Battaglia (CO), Piazza XXVII Maggio; 
  • SCALISI Giuseppe, nato ad Adrano il 23 settembre 1957 e residente in San Fermo della Battaglia (CO), via Figino 27/C,
entrambi nella funzione di consiglieri comunali facenti parte del gruppo consigliare “Prospettiva San Fermo”; 

con il presente esposto, intendono segnalare l’ennesimo obbrobrio in procinto di attuazione a danno del territorio e, quindi, della collettività del Comune di San Fermo della Battaglia che, non a torto, ritiene l’opera inutile e foriera di uno scempio ambientale voluto, per un non meglio individuato interesse, da pochi individui che, allo stato, gestiscono ed amministrano il Paese.

L’opera, oggetto della presente trattazione, rientra nell’accordo di programma riguardante la costruzione del nuovo ospedale “Sant’Anna” nel Comune di San Fermo della Battaglia, il cui onere per la realizzazione risulta a carico dell’Amministrazione Provinciale.

In verità, l’accordo di programma, siglato nel 2003, tra i diversi Enti interessati alla realizzazione del nuovo nosocomio, prevedeva, tra l’altro, l’esecuzione di diverse opere alla viabilità. Alcune, sicuramente utili, per migliorare il collegamento dell’ospedale con i paesi limitrofi (rifacimento della strada di collegamento tra Cavallasca e Montano Lucino attraverso via Imbonati e via Ravona insistenti in San Fermo). Altre, giustificate “per favorire l’interscambio tra mezzi pubblici e privati”, sono servite, in realtà, a migliorare la viabilità e l’arredo urbano del Comune di San Fermo della Battaglia (rifacimento della piazza antistante il Municipio, nuovo parcheggio nel piazzale Don Prayer, rotatorie realizzate per snellire l’incremento veicolare dovuto al nuovo ospedale). In sostanza, una forma di risarcimento dovuto per i gravi danni arrecati al territorio ed all’ambiente che il Paese ha dovuto subire per aver favorito l’insediamento ospedaliero.

Le opere viarie a carico dell’Amministrazione provinciale,
di fatto, sono state realizzate o, comunque, sono in corso di ultimazione ad eccezione dell’opera oggetto della presente trattazione che, a parere degli scriventi, non rientra nelle due precedenti categorie ed appare nella sua interezza inutile e dannosa per il già deturpato territorio di San Fermo della Battaglia.

Si fa riferimento alla strada di collegamento tra via Peneporto di San Fermo (località Mornago) e lo stesso ospedale.

In particolare, l’opera è stata divisa in due lotti. Il primo, riferito ad un percorso ciclo pedonale lungo il torrente Seveso, è in fase di ultimazione; il secondo lotto, riferito all’opera stradale vera e propria, sembrerebbe essere giunto al progetto definitivo e già inserito nella programmazione pluriennale dell’Amministrazione Provinciale di Como.

E’ difficile credere che questo tratto di strada lungo circa 1.500 metri, con la presenza a metà percorso di un grosso svincolo con rotatoria centrale, possa tornare utile all’ospedale o ai cittadini di San Fermo della Battaglia. Allo stato non si comprende a cosa possa servire o a chi possa tornare utile. Sicuramente non all’ospedale.

Ed ancora. E’ impensabile che gli amministratori del Comune di San Fermo della Battaglia richiedano fortemente la realizzazione del tratto stradale per permettere ai propri residenti di raggiungere in auto più celermente il nosocomio. E’ già comodo e veloce dal centro del Paese collegarsi alla via Ravona e, quindi, all’ospedale attraverso via Figino e via Trinità.

Al contrario, sembra che l’Amministrazione comunale, sulle cui scelte fortemente si dubita, non essendo le stesse adeguatamente motivate ed esplicate, abbia aderito a sollecitazioni di “privati” piuttosto che ad un effettivo pubblico interesse.

Oltre a non tutelare l’ambiente esistente la localizzazione del tracciato stradale pare rispondere ad esigenze differenti a quelle ispiratrici del pubblico interesse. In effetti, la nuova strada sembrerebbe asservire principalmente o, forse, esclusivamente a delle attività commerciali/industriali insistenti nella località di Mornago.

Se così fosse verrebbe incanalato verso l’ospedale il traffico di mezzi pesanti che attualmente dalla zona industriale di via Peneporto attraversa in direzione opposta il quartiere di Mornago, zona critica perché densamente abitata con strutture sportive e scolastiche.

Deviare i mezzi pesanti verso l’ospedale significa appesantire ulteriormente il traffico nelle sue adiacenze, fra l’altro, già molto critico in quella zona per la presenza di un numero considerevole di camion dovuto alla collocazione di uffici doganali, di innumerevoli magazzini di deposito merce e centri commerciali. L’aumento del traffico pesante nella zona ospedaliera non significa solo caos stradale che a volte, come esperienza insegna, ha impedito alle ambulanze di raggiungere il pronto soccorso dell’ospedale con celerità, ma genera un naturale e sensibile aumento dell’inquinamento con grave ripercussioni sulla salute pubblica. Il risultato finale sarebbe quello di avere un ospedale non più immerso nel verde ma intasato dal traffico con i suoi rumori e scarichi malsani.

Oltre all’inquinamento con relativi problemi alla salute pubblica, la realizzazione del collegamento stradale tra via Peneporto di San Fermo (località Mornago), via Ravona e, quindi, lo stesso ospedale presenta un altro aspetto di criticità che per la sua complessità non è meno importante del primo.

Infatti, si ritiene che la realizzazione dell’opera così come pensata e, presumibilmente, imposta dall’Amministrazione Comunale di San Fermo della Battaglia risulta in netto contrasto con quanto previsto dal Piano Territoriale Paesistico Regionale, che colloca il territorio del comune di San Fermo della Battaglia nell’ambito della “fascia collinare”, nonché nell’ambito di criticità n. 3 delle colline circostanti il nucleo della cittadina.

Per tale ambito, gli indirizzi di tutela sono assai puntuali nel prevedere che venga preservata, in sede di pianificazione comunale, l’identità del panorama collinare, e che vengano salvaguardati i lembi boschivi sui versanti e sulle scarpate collinari, nonché le aree boschive, ecc..

Il tracciato della nuova strada, quindi, va ad inserirsi nella zona che è da tutelare in base alle previsioni del Piano Territoriale Paesistico Regionale. E’ evidente che per realizzare il tracciato stradale sono necessarie opere di sbancamento di terreno e di abbattimento di alberi secolari. Il lembo boschivo posto tra la frazione Ronchetto ed il fiume Seveso verrà quasi completamente eliminato, stravolgendo, con scavi e riporti, l’andamento naturale della scarpata collinare boscata. Così come verranno distrutte le piane agricole tra le aree attualmente boscate, poste in adiacenza tra la via Ronchetto e la via Ravona.

Non c’è dubbio che realizzare un tratto stradale “inutile” per la collettività comporti la totale compromissione dei valori ambientali che lo strumento urbanistico-paesistico regionale vorrebbe, invece, salvaguardare.

In buona sostanza una intera collina boscosa posta in una zona delicata sia dal punto di vista ecologico, in quanto zona riconosciuta come corridoio ecologico di primo livello, sia dal punto di vista idrogeologico posta a monte dell’ospedale, scomparirà.

Il tutto per motivi sconosciuti, forse semplici capricci o, forse, i motivi sono riconducibili ad interessi prettamente personali.

Il tutto per realizzare una opera inutile priva di un effettivo interesse pubblico.

Il tutto per infierire ancora una volta sul territorio di un Comune che ha già dovuto subire violente ferite dettate da una selvaggia speculazione edilizia in sfregio a qualsiasi vincolo ambientale.

Ed ancora. Non esiste una approfondita analisi della situazione attuale che ha generato la necessità e la validità dell’operazione né dell’opera pubblica e del suo tracciato. Non sono mai state fatte indagini di traffico recenti e specifiche dalle quali ricavare flussi, tipologia e necessità del traffico coinvolto, a supporto della scelta del tracciato ma, soprattutto, atte ad una classificazione della nuova strada e, conseguentemente, alle caratteristiche della stessa.

Il fatto che nessuna indagine sia stata effettuata per una corretta identificazione delle necessità viabilistiche, degli intenti da raggiungere e delle problematiche che si intendono risolvere, conferisce una impronta di assoluta superficialità alle scelte operate dagli Amministratori comunali.

Parimenti, non è stato effettuato uno studio geologico dell’area finalizzato alla valutazione della capacità del terreno di sopportare e mantenere i nuovi carichi derivanti dai considerevoli riporti di terreno, al fine di evitare smottamenti e modificazioni del retino idrografico e geologico di influenza del bacino del torrente Seveso.
Infatti, il tratto stradale interesserà anche il torrente Seveso, corso d’acqua del reticolo idrico principale, il cui percorso ed i relativi argini sono stati già abbondantemente violati dall’opera umana.

Evidentemente le recenti cronache di inondazioni, smottamenti e frane che morte e distruzione hanno portato nella popolazione di interi territori nazionali non ha insegnato nulla. La storia passata e recente degli scempi idrogeologici eseguiti da amministrazioni troppo superficiali o da amministratori distratti da interessi personali, ci insegna ad avere cautela in operazioni di questo genere onde evitare disgrazie e lutti nella popolazione inerme.

Infine, è bene ricordare che il costo dell’opera ammonta a circa 4 milioni e mezzo – quasi 3 mila euro di spesa per ogni singolo metro di asfalto – importo questo certamente non trascurabile soprattutto in un periodo di profonda crisi economica e relative manovre di risparmio che impongono consistenti sacrifici non solo ai cittadini ma anche agli Enti pubblici.

Non realizzare una opera che, a nostro avviso, appare “inutile” significa risparmiare risorse economiche che potrebbero essere destinate all’effettivo interesse della collettività. Circostanza quest’ultima che, in verità, dovrebbe essere una costante; un obiettivo fisso di tutti coloro che, anteponendo eventuali interessi privati, diano la loro disponibilità per amministrare l’Ente locale.

Le risorse risparmiate, comunque, potrebbero essere utilizzate nell’effettivo pubblico interesse per:
  • facilitare il raggiungimento dell’ospedale migliorando le opere viarie già esistenti;
  • rafforzare il trasporto pubblico, da tutti considerato insufficiente;
  • favorire la delocalizzazione dell’azienda sita in San fermo della Battaglia – località Mornago - cui vanno attribuiti i due terzi del traffico pesante. Si tratta di una azienda di autotrasporti con pochi dipendenti, che potrebbe trovare migliore collocazione logistica e viaria in “vere” aree industriali (Montano Lucino – Villaguardia – Luisago, ecc.);
Nella speranza che venga “annullata” la realizzazione dell'opera, ritenuta:
  • inutile”, perchè priva di un effettivo interesse pubblico;
  • dannosa”, perchè produrrebbe un effetto devastante all'ambiente (faunistico / idrogeologico / paesaggistico);
  • costosa”, perchè l'importo di circa 4 milioni e mezzo rappresenta un costo certamente non trascurabile in un periodo di profonda crisi economica come quella attuale,
o, quantomeno, la stessa realizzazione possa essere sospesa affinchè codesto Ufficio possa effettuare gli opportuni accertamenti che dimostrino, al di là di ogni ragionevole dubbio, l'effettività degli aspetti di criticità evidenziati nella presente trattazione, si rimane a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.

San Fermo della Battaglia, 12 dicembre 2011


I CONSIGLIERI COMUNALI

(Butti Sabrina) (Butti Massimo) (Scalisi Giuseppe)

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