sabato 23 agosto 2014

Alla nota vicenda denominata “casa rossa” si aggiunge un'altra puntata......il Consiglio di Stato ha respinto l'istanza di revocazione presentata dal Comune di San Fermo della Battaglia, che chiedeva di rendere inefficace la sentenza del 4 marzo 2014 che annullava il premesso di costruire rilasciato dal nostro Comune nel 2007.
Questa sentenza appiattisce il delirio di onnipotenza della nostra Giunta, che pensa comunque ancora di avere ragione, continuando a spendere risorse pubbliche, ovvero nostre, per dimostrare ciò.
Ancora prima che il CdS si pronunciasse, riguardo tutta la vicenda, i tre gruppi di opposizione il 17 giugno 2014 hanno presentato un'interrogazione che pubblichiamo, comprese le risposte ricevute a firma del Sindaco con lettera del 25 giugno 2014 prot. n. 4346/1.7.
Ai lettori l'ardua sentenza.........


OGGETTO: Interrogazione (ex artt. 34, 35 e segg. del Regolamento del CC).
Immobile – denominato “Casa Rossa” – sito in San Fermo della Battaglia, via Figino n. 4.

AL SIG. SINDACO
DEL COMUNE DI SAN FERMO DELLA BATTAGLIA

e, per conoscenza:

AL SIG. PREFETTO
DELLA PROVINCIA DI COMO
Via Volta, n. 50
22100 - COMO


Il presente atto fa specifico riferimento all’annosa questione che, oggi, viene comunemente definita: “Casa Rossadi via Figino e vede quali protagonisti in un contesto di abuso edilizio: il comune di San Fermo della Battaglia; l’impresa “Mazzucchi Costruzioni Srl” ed un cittadino del nostro Paese.

E’ bene, sin d’ora, precisare che la presente trattazione non ha lo scopo di appurare la fondatezza delle notizie riportate in vari articoli pubblicati dalla testata giornalistica “La Provincia” (ripresi in toto per la stesura di volantini distribuiti nel nostro Paese), riguardanti l’edificazione di una palazzina e di un muro di sostegno nella via Figino. Costruzioni che insistono in una zona residenziale (ZONA B2) e, come tali, soggetti a delle restrizioni edilizie di cui i tecnici comunali, sembrerebbe, non abbiano tenuto conto all’atto del rilascio del permesso di costruire o, se ne hanno tenuto conto, hanno, successivamente, omesso di appurare la corrispondenza di quanto autorizzato a costruire con ciò che effettivamente è stato edificato.
Il dubbio che poteva sorgere su un eventuale abuso edilizio consumato nel nostro Paese viene, infatti, superato dalla sentenza n. 301/2010 del T.A.R. Lombardia e dalla sentenza n. 999/2014 del Consiglio di Stato che, annullando il permesso di costruire, hanno, di fatto, avallato la tesi del “ricorrente” e confermato il contenuto degli articoli di stampa.
Semplificando: il manufatto è ritenuto abusivo.

La presente interrogazione non ha neppure lo scopo di sottolineare o mettere in discussione il conflitto di interessi che traspare dall’operato di un membro dell’attuale Gruppo Consigliare di maggioranza che nella passata legislazione amministrativa ha, contemporaneamente, rivestito il ruolo di assessore e quello di progettista della famigerata “casa rossa”. In estrema sintesi: la stessa persona ha rivestito il duplice incarico di controllore e controllato.
Al di là di questioni etico-professionali, si ritiene, a tal riguardo, che le spiegazioni di merito saranno, probabilmente, forniti alla Giustizia Ordinaria la quale ha già fissato la data per l’udienza del procedimento penale riferito, probabilmente, a presunti abusi edilizi.

Ed ancora. L’interrogazione non viene presentata per difendere o per sottolineare le lamentele di un cittadino che vede calpestati i propri diritti da coloro che, invece, in forza del loro ufficio, dovrebbero perorare e garantirgli. E’ bene sottolineare che questo cittadino ha già dato ampia dimostrazione di sapersi difendere anche da solo in tutte le sedi competenti ed in tutti i gradi di giudizio.
A tal riguardo, tuttavia, risulta legittimo chiedersi il motivo per il quale un cittadino debba, giocoforza, avventurasi in costose ed estenuanti azioni penali ed amministrativi per poter vedere affermato un proprio diritto.
Così come risulta legittimo domandarsi la ragione per la quale gli amministratori del nostro Paese, in modo ostinato, continuino ad opporsi ad un diritto che, senza mezzi termini, è stato riconosciuto fondato sia dal TAR che dal Consiglio di Stato.
Probabilmente nel nostro Paese non si attribuisce molto importanza all’abusivismo edilizio cosa che, invece, per molti amministratori di altri comuni rappresenta un vero e proprio cavallo di battaglia.

Con la presente interrogazione, invece, i gruppi di minoranza chiedono, cortesemente, alla S.V. di voler chiarire alcuni aspetti di questa lunga e triste vicenda denominata “casa rossa” che, indubbiamente, coinvolge l’intera collettività del nostro Paese sia sotto l’aspetto emotivo che economico. Infatti, non può escludersi a priori che l’azione legale, intrapresa dalla passata Giunta e continuata dall’attuale, e gli effetti risarcitori verso “il ricorrente” nonché ulteriori aggravi che, probabilmente, si manifesteranno al termine di questo annoso contesto legale, andranno, indiscutibilmente, a gravare nel bilancio del nostro Paese.

Pertanto, considerato che l’argomento in trattazione riguarda esplicitamente l’attività del nostro Comune e che interessa in particolare la vita sociale ed economica della nostra popolazione, i sottoscritti consiglieri, nell’espletamento del proprio mandato, chiedono, in primo luogo, alla S.V. se intende assumere una iniziativa risolutiva del gravoso problema.

Ed ancora, si chiede:
  1. il motivo per il quale l’Amministrazione comunale presieduta dalla S.V. ha rilasciato, in data 15 marzo 2014, un permesso di costruire “in sanatoria” riguardante un muro facente parte del progetto della costruzione contestata anziché prendere atto e dare esecuzione alle sentenze di condanna emesse, rispettivamente, dal T.A.R. Lombardia (sentenza n. 301/2010 del 17 dicembre 2009, depositata in data 8 febbraio 2010) e dal Consiglio di Stato (sentenza n. 999/2014 del 12 novembre 2013, depositata in 4 marzo 2014);
Risposta punto 1) in data 15 marzo 2014, è stato rilasciato regolare permesso di costruire in sanatoria di un muro completamente differente nella posizione e sua consistenza rispetto a quello assentito dal permesso di costruire annullato con sentenza del TAR confermato dal CdS; la procedura di cui si discute ha avuto un suo iter amministrativo completamente separato e disgiunto dalla pratica in oggetto di contestazione; di conseguenza il rilascio dell'atto di sanatoria era dovuto una volta verificata la conformità urbanistica del manufatto;
  1. di dare una spiegazione circa l’errata pubblicazione nella sezione “albo on line” del nostro Comune del permesso di costruire “in sanatoria”. Infatti, nell’inserimento dei dati è stato utilizzato un titolo diverso. Circostanza questa che è stata oggetto di segnalazione alla Procura della Repubblica di Como da parte della nostra Polizia Locale;
Risposta punto 2) l'errata pubblicazione sull'albo on/line è stato frutto di un mero errore materiale dell'impiegata addetta la quale, non appena informata dell'errore, ha prontamente provveduto alla rettifica; a comprova di ciò si evidenzia che il solerte Ufficiale di polizia locale ha provveduto con la stessa rapidità con cui ha fatto la denuncia a comunicare alla Procura della Repubblica l'avvenuta correzione della pubblicazione;
  1. di illustrare il motivo per il quale in data 29 aprile 2014 la Giunta Comunale, con propria deliberazione n. 36, pur riconoscendo inappellabile la sentenza del Consiglio di Stato, ha approvato di ricorrere, per revocazione, al Consiglio di Stato e, per difetto di giurisdizione, alla Corte Suprema di Cassazione avverso la stessa Sentenza. Il ricorso riporta come motivazione: “””……..questo Comune nel frattempo si è dotato di nuovo Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) approvato definitivamente con deliberazione consiliare n. 6 in data 11 gennaio 2010 che ad oggi consentirebbe la legittima realizzazione dell’edificio con i volumi e le altezze che sono state oggetto di censura da parte del T.A.R. e del Consiglio di Stato”””;
Risposta punto 3) le motivazioni con cui si è ricorso al CdS per revocazione trovano fondamento nella convinzione che gli atti amministrativi posti in essere siano legittimi e che pertanto il CdS sia incorso in palese errore meteriale (c.d. abbaglio dei sensi) come ampiamente dimostrato dall'Avvocato Di Matteo nel ricorso agli atti dell'Ente; per il ricorso di fronte alla corte di Cassazione in fase di predisposizione l'Avvocato Di Matteo dimostrerà il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo a vantaggio del giudice civile, trattandosi di materie attinenti il diritto di proprietà;
  1. con riferimento al virgolettato di cui al punto 3), di confermare se è a conoscenza del fatto che il P.G.T. risulta a tutt’oggi essere oggetto di ricorso al T.A.R. Lombardia da parte della Provincia di Como (Delibera di Giunta Provinciale di Como n. 26 del 25 gennaio 2007);
Rispsota punto 4) evidentemente le SSLL non seguono con la dovuta attenzione la vita amministrativa del Comune perchè, altrimenti saprebbero che il ricorso della Provincia a cui fanno riferimento è decaduto per cessata materia del contendere a seguito dell'approvazione della variante del PGT; di conseguenza il PGT è pienamente vigente e, nei confronti dello stesso, non grava alcun ricorso giurisdizionale;
  1. con riferimento al punto 3) che precede, di specificare l’ammontare dei costi preventivati che il nostro Comune dovrà sostenere e quale capitolo di spesa sarà intaccato;
Risposta punto 5) i costi di causa non sono facilmente preventivabili, in linea di massima vengono quantificati in circa euro 20/25.000,00 che, in ogni caso, sono di gran lunga inferiori a quanto il comune ipoteticamente dovrebbe pagare qualora chaimato a rispondere per danni dall'impresa "Mazzucchi"; le spese verranno imputate all'intervento relativo alle spese legali;
  1. di chiarire il motivo per il quale, in un contenzioso tra privati, l’Amministrazione Comunale abbia fermamente fatta propria una delle due posizioni e, anche dopo l’autorevole decisione del T.A.R. Lombardia e del Consiglio di Stato, continui, testardamente, a mantenere tale impostazione investendo nuove preziose risorse economiche pubbliche;
Risposta punto 6) questa Amministrazione sta semplicemente difendendo la correttezza e validità degli atti amministrativi emanati; ovviamente non vi è alcun interesse ad intromettersi in un contenzioso tra privati di natura civilistica, che tale deve rimanere; d'altro canto il tenore della Vostra interrogazione sembra propendere per la difesa d'ufficio di "una delle due posizioni" private, in palese contraddizione con la difesa dell'interesse pubblico prevalente che ogni amministrazione deve perseguire;
  1. di chiarire se sono state effettuate le dovute verifiche per rilevare eventuali errori commessi dai responsabili degli uffici competenti e dagli amministratori pubblici che hanno causato e stanno tuttora producendo al nostro Paese un grave danno sia erariale che di immagine. Si ritiene, infatti, non plausibile la circostanza di imputare al bilancio del nostro Comune delle spese legali e risarcitorie, con relativo sperpero del patrimonio della collettività, causate dalla negligenza e/o insipienza di coloro che dovrebbero operare e vigilare nell’interesse del nostro Ente.
Rispsosta punto 7) poichè perfettamente convinti della bontà dell'azione amministrativa comunale non si ritiene, allo stato attuale, di effettuare alcuna verifica sull'operato degli uffici comunali.


Il Capogruppo di “Prospettiva San Fermo” Massimo Butti

Il Capogruppo di “San Fermo Democratica” Sabrina Butti

Il Capogruppo di “Lega Nord” Andrea Signorelli

Il Consigliere del gruppo “Prospettiva San Fermo” Giuseppe Scalisi

mercoledì 6 agosto 2014

BREVI NOTE AL CONSIGLIO COMUNALE DEL 16 Luglio 2014
In tale seduta il Consigliere di San Fermo Democratica era assente, per cui pubblichiamo due note riferite a due punti dell'ordine del giorno presentate dai Consiglieri di opposizione presenti.
4 – RICONOSCIMENTO DELLA LEGITTIMITA' DI DEBITO FUORI BILANCIO - VERTENZA COMUNE DI SAN FERMO DELLA BATTAGLIA /COMPAGNONE ANGELA
Con riferimento al punto 4 dell’ordine del giorno, i gruppi di opposizione voteranno per il riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio (ex art. 194 del D.Lgs n. 267/2000).
A tal riguardo, infatti, risulta doveroso dare esecuzione alla sentenza n. 301/2010 emessa in data 17 dicembre 2009 dal TAR Lombardia e alla sentenza n. 999/2014 emessa in data 12 novembre 2013 dal Consiglio di Stato che, senza mezzi termini, hanno censurato l’operato di amministratori pubblici e tecnici dipendenti, emettendo sentenze di condanna nei confronti del nostro Ente.
Tuttavia, è giusto sottolineare, sin d’ora, che i gruppi di minoranza procederanno alle dovute verifiche del caso ed adotteranno tutte quelle azioni, ritenute necessarie, affinché il nostro Comune non si faccia carico di alcun danno patrimoniale causato da una possibile insipienza degli amministratori pubblici coadiuvati da tecnici che potrebbero aver operato con negligente sufficienza.
Si ritiene, infatti, che i costi derivanti dalla lunga e triste vicenda ormai denominata “famigerata casa rossa”, lievitati in modo esponenziale a causa di una testarda ed incomprensibile presa di posizione dei nostri amministratori, non possano essere imposti alla collettività. Ad essi, si ritiene, debbano fare fronte tutti coloro che, a vario titolo, hanno preso parte alla triste vicenda di “abuso edilizio”.
6 – MODIFICA ARTICOLO 25 COMMA 6 DEL REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI SERVIZI, SOVVENZIONI, CONTRIBUTI, SUSSIDI ED AUSILI FINANZIARI E L'ATTRIBUZIONE DI VANTAGGI ECONOMICI DI QUALUNQUE GENERE A PERSONE ED ENTI PUBBLICI E PRIVATI
Con riferimento al punto 6 dell’ordine del giorno, i Consiglieri di opposizione voteranno per l’approvazione del documento in parola.
Si ritiene, infatti, che approfondire la regolamentazione della concessione di contributi, soprattutto quelli straordinari, dovrebbe essere un passo molto importante verso quella trasparenza che, più volte, i gruppi di minoranza di questo Consiglio hanno invocato.
Trasparenza che è stata richiesta per il semplice fatto che tali contributi sono costituiti da sostanze patrimoniali appartenenti alla collettività e come tali non si può disporre di esse a piacimento od assumendo un discutibile libero arbitrio.
Questa amministrazione, nel tempo, ha concesso, con sistematica cadenza, contributi definiti straordinari che, si ritiene, fossero privi del requisito della “straordinarietà”. Come può essere definito un contributo “straordinario” se viene concesso ogni anno ? Si ritiene che un contributo può essere definito “straordinario” solo quando viene concesso per fare fronte ad una effettiva esigenza scaturita da un evento che, come tale, risulta inatteso o fortuito.
Oggi, con la modifica all’art. 25 – 6° comma – del Regolamento in precedenza citato e modificato con “I contributi straordinari, da richiedersi con specifica domanda indicantie l’importo del contributo richiesto, le motivazioni dello stesso e l’eventuale preventivo delle spese, possono essere concessi esclusivamente per spese che non hanno il carattere della ordinarietà e non possono essere devoluti al finanziamento di spese aventi natura diversa da quella per i quali sono stati erogati.”, si spera che tali concessioni possano essere regolamentati in modo tale da essere concessi in presenza di effettive esigenze “straordinarie”.
Certo, sorgono legittimi dubbi circa la tempistica assunta dalla Giunta Comunale per apportare delle modifiche al 6° comma del citato art. 25. Dubbi che trovano fondamento dall’operato della Corte dei Conti che, di recente, ha archiviato il contesto riferito alla concessione di contributi straordinari effettuati dalla vecchia amministrazione.
Contesto che, è bene sottolineare, è stato promosso da tutti i gruppi di minoranza, e non dal solo consigliere Scalisi come – erroneamente – riportato in una testata giornalistica locale. Tale contesto è stato avviato poiché si riteneva che fossero state violati gli artt. 38, 5° comma, e 49, 1° comma, del D.Lgs 18 agosto 2000, n. 267; art. 9, 1° comma, della Legge 22 febbraio 2000, n. 28; art. 6, 8° comma, del D.L. 31 maggio 2010, n. 78 convertito, con modificazioni, dalla Legge 30 luglio 2010, n. 122.
E, quindi, se risulta corretto l’operato della vecchia amministrazione che ha – sicuramente – agito applicando le norme del regolamento in uso a questo Ente, ci si chiede il motivo per il quale la nuova amministrazione, costituita dalle stesse persona, apporti delle modifiche
A quest’ultimo quesito non è richiesta alcuna risposta in quanto lo stesso è da intendersi come una pura e semplice esternazione.
RESOCONTO CONSIGLIO COMUNALE DEL 19 Maggio 2014
Pubblico in sala: uno
Consiglieri tutti presenti

1 – DETERMINAZIONE DELL'ALIQUOTA IRPEF PER L'ANNO 2014
Relaziona l'assessore Ansideri il quale afferma che la giunta ha vagliato la possibilità di diminuire l'aliquota da 0,4 a 0,35 ma alla fine si è preferito non ritoccare per precauzione.
Scalisi, Butti M e Butti S, hanno ribadito che l'abbassamento di un punto percentuale dell'aliquota corrisponde ad una minore entrata di 75.000 euro. Abbiamo un'entrata oramai fissa di 1.000.000 di euro. Inoltre come chiesto da tempo, ribadiscono il concetto di prendere in considerazione la capacità contributiva delle famiglie e quindi di scaglionare. Ma l'assessore ribadisce che queste entrate vengono OCULATAMENTE SPESE, NON VENGONO DISTRIBUITE A PIOGGIA, e servono anche per pagare i mutui accesi per le opere pubbliche.
Si vota: 9 favorevoli, 4 contrari.

2 – APPROVAZIONE REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELL'IMPOSTA UNICA COMUNALE IUC
Relaziona Ansideri che presenta il documento.
Come già ribadito in occasione dell'approvazione dei criteri di applicazione della TARES, Butti Sabrina ribadisce che ancora una volta le opposizioni non sono state coinvolte nei tavoli tecnici, e che il principio cardine contenuto nella diretteiva europea di riferimento ovvero chi più inquina più paga anche questa volta è stato disatteso, e che gli auiti alle famiglie numerose non possono arrivare da un'applicazione iniqua di una tassa ma utilizzando altri strumenti.
A questo punto si scatena in una parte del tavolo consigliare una serie di sghignazzi e risatine sostanzialmente ironici, da osteria............
Risponde il Sindaco ribadendo che le aliquote applicate sostanzialmente non comportano aggravio per nussuna tipologia di nucleo famigliare, anche se il principio applicato da questa giunta è stato quello salvaguardare le famiglie numerose, principio già applicato per la TARES nel 2013.
Butti Sabrina allora chiede come mai l'entrata relativa alla TARSU del 2012 è inferiore all'entrata relativa alla TARES del 2013......... silenzio di tomba, ovvero non si rendono neanche conto dei dati che utilizzano per giustificare le aliquote.
Interviene Venegoni che sostiene che il ragionamento del consigliere Butti è giusta, in quanto la TARI essendo una tassa deve essere applicata con equità da un punto di vista teorico......le risatine si stoppano.........ma da un punto di vista pratico apprezza lo sforzo della giunta per come ha applicato le aliquote........
Si vota: 9 favorevoli, 4 contrari

3 – IMPOSTA UNICA COMUNALE IUC – COMPONENTE IMU – DETERMINAZIONE ALIQUOTE PER L'ANNO 2014
Relaziona Ansideri che conferma le aliquote dell'anno precedente.
Si vota: 9 favorevoli, 4 astenuti

4 – IMPOSTA UNICA COMUNALE IUC – COMPONENTE TARI – DETERMINAZIONE ALIQUOTE PER L'ANNO 2014
Relaziona Ansideri che conferma le aliquote TARES dell'anno precedente, con l'abolizione dell'obbligo dello 0,30 da trasferire allo Stato.
Si vota: 9 favorevoli, 4 contrari

5 – IMPOSTA UNICA COMUNALE IUC – COMPONENTE TASI – DETERMINAZIONE ALIQUOTE PER L'ANNO 2014
Relaziona Ansideri che comunica l'introduzione dell'aliquota minima dell'1,4 per mille.
Si vota: 9 favorevoli, 4 astenuti

6 – BILANCIO DI PREVISIONE PER L'ESERCIZIO 2014 – RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA – BILANCIO PLURIENNALE 2014/2016 – PROGRAMMA DELLE OPERE PUBBLICHE 2014/2016: ESAME ED APPROVAZIONE
Prende la parola Ansideri che conferma la relazione presentata nel consiglio precedente.
Dopo la solita discussione su come la giunta anche per questo triennio ha deciso di impiegare le tante risorse (opere, opere, opere.......senza mutui per il patto di stabilità, ma la priorità sono le opere......), per la rete idrica e fognaria nessuna risorsa, tanti fondi per tutte le associazioni (loro non distribuiscono a pioggia ma oculatamente....), Butti Massimo legge la dichiarazione di voto in rappresentanza dei gruppi di opposizione, che riportiamo di seguito.
Venegoni chiede alla Giunta di inserire nella parte corrente quello che prima si allocava nella parte straordinaria in modo da rendere disponibile delle risorse per piccoli interventi.
Si vota: 9 favorevoli, 4 contrari

Dichiarazione di voto “Prospettiva San Fermo”
Con riferimento al punto 6) dell’ordine del giorno avente per oggetto: “Bilancio di previsione per l’esercizio 2014 – relazione previsionale e programmatica – bilancio pluriennale 2014/2016 – programma opere pubbliche 2014/2016, il gruppo “Prospettiva San Fermo”, sin d’ora, mette in evidenza che esprimerà voto contrario all’approvazione del documento stesso.
Il voto contrario non deve essere interpretato come una presa di posizione fine a se stessa o, peggio ancora, uno sciocco ostruzionismo dettato da una mera ed improduttiva attività politica che porta a definire scriteriato tutto ciò che viene proposto dalla maggioranza e, come tale, da bocciare, da non prendere in considerazione perché sbagliato a priori. Tale atteggiamento lo lasciamo molto volentieri ai componenti la maggioranza che, sistematicamente, lo pongono in essere ogni qualvolta i consiglieri di minoranza avanzano delle costruttive proposte nell’interesse del Paese e, quindi, di tutti i suoi cittadini.
La decisione di esprimere voto contrario all’approvazione del documento in parola nasce dal fatto che si ritiene che esso presenta delle lacune operative e sposa un indirizzo politico che mal si concilia con quello del nostro gruppo che ha come prerogativa assoluta l’interesse del nostro Paese e pone al centro di ogni attività decisionale la famiglia nel senso più ampio.
Ed ancora. Dall’esame del documento presentato si rileva come non si tenga in assoluta considerazione il profondo disagio economico in cui versano molte famigli del nostro Paese in un periodo, come questo, contraddistinto da un profondo oscurantismo economico.
Più volte in questa aula si è parlato dei proventi del parcheggio dell’Ospedale “S. Anna” e, più volte, la minoranza ha avanzato la proposta di utilizzare parte di tali introiti per neutralizzare o, comunque, diminuire l’eccessivo carico fiscale che viene richiesto alle famiglie di San Fermo e che rischia di diventare insostenibile. Tutto inutile. Probabilmente, per il semplice fatto che la proposta veniva dai banchi dell’opposizione e, quindi, i suggerimenti avanzati sono stati sistematicamente bocciati. Eppure alcuni comuni del territorio comasco, meno fortunati del nostro poiché non possono disporre di “tesori” o “miniere d’oro”, tanto per citare alcuni titoli usati dalla testata giornalistica locale “La Provincia”, hanno assunto coraggiose iniziative che hanno portato ad una radicale diminuzione della pressione fiscale in seno ai nuclei familiari.
E’ legittimo chiedersi quale sia l’effettivo motivo che spinge i componenti la maggioranza del nostro comune a rifiutare le richieste dei gruppi di opposizione, motivandole con una mancanza di adeguati fondi/coperture finanziarie – ed invece constatare che vengono elargiti, sistematicamente, contributi “straordinari” per apprezzabili importi ad Enti ed associazioni vari. Ci si chiede se tali contributi abbiano effettivamente il requisito della “straordinarietà”. Come può essere definito un contributo “straordinario” se viene concesso ogni anno ? A tal proposito, si ritiene che un contributo possa essere definito “straordinario” solo quando viene concesso per fare fronte ad una effettiva esigenza scaturita da un evento che, come tale, risulta inatteso o fortuito. A tal riguardo è bene ribadire che il nostro Gruppo nulla ha contro l’elergizione dei contributi ordinari ad associazioni e/o enti operanti nel nostro territorio. Chiediamo solo che venga evitata la corresponsione di contributi “a pioggia”.
Oggi, dopo una continua e costante insistenza dei componenti l’opposizione per una riduzione della pressione fiscale, la Giunta Comunale propone l’abbattimento dell’addizionale comunale IRPEF, portandola dallo 0,40 allo 0,35 per cento.
Purtroppo, si deve necessariamente constatare che l’entità di tale riduzione è talmente esigua che sembra più uno scherno che un effettivo aiuto per le famiglie del nostro Comune anche in considerazione dell’avvento dei nuovi tributi TARI e TASI.
Ed ancora. Nessuno accantonamento è stato previsto per opere di manutenzione della nostra rete idrica. A tal riguardo, è bene ribadire che il nostro comune dispone di una rete idrica che perde annualmente circa il 37% di acqua. Sicuramente la definizione “colabrodo” risulta assai ottimistica. Occorre evidenziare che tali perdite non comportano solo un danno di carattere economico ma, purtroppo, ad esso si associa una possibile, ben più grave, problematica di natura igienico sanitaria. Una rete “colabrodo” permette l’infiltrazione di agenti inquinanti e, quindi, pericolosi per la salute stessa dei cittadini, come successo in un passato recente. Belle, a giudizio di qualcuno, la moltitudine di aiuole con una svariate tipologie di piantumazione che tutti possono vedere e che servono, soprattutto, nelle campagne elettorali ma, purtroppo, il dato certo è che nel sottosuolo del nostro Comune insiste, non visibile, una rete idrica “fatiscente” che occorrerebbe migliorare ma che, in quanto non visibile, non viene ritenuta degna di attenzione dall’attuale maggioranza poiché, semplicemente, non porta voti.
A tal riguardo, pertanto, invitiamo i componenti la maggioranza ad esaminare in modo concreto la possibilità di reperire ed inserire nel programma delle opere pubbliche i necessari fondi da utilizzare per un graduale ripristino della nostra rete idrica.
Le stesse considerazioni fatte per la rete idrica valgono per la rete fognaria comunale con l’eccezione che, mentre la rete idrica raggiunge tutte le abitazioni del Paese, oggi 2014, intere frazioni, purtroppo, non possono usufruire di tale servizio perché inesistente.
Anche in questo caso si tratta di opere non visibili alla collettività e, pertanto, difficilmente i componenti la maggioranza prenderanno in considerazione la possibilità di accantonare fondi da utilizzare per la manutenzione e la realizzazione di nuovi tratti fognari.
Stesso discorso va fatto per la rete del gas metano. Intere frazioni ne sono prive.
Ed ancora, è bene osservare che le strade del centro del nostro Paese sono sicuramente ben tenute e le aiuole che insistono ai margini di esse sono assai curate. Tutto appare bello ed efficiente nel centro del Paese. Purtroppo, basta spostarsi in periferia che tutto cambia radicalmente. Le strade sono piene di buche e necessitano di manutenzione e le aiuole, dove presenti, non sono curate.
Anche in questo caso, ci si chiede il motivo per il quale nel documento di previsione non risultano stanziati accantonamenti da destinare per coprire i costi derivanti da una efficiente e costante manutenzione del manto stradale e del verde della nostra periferia.
Probabilmente per l’attuale amministrazione comunale la periferia ha una valenza minore rispetto al centro.
In conclusione, invitiamo tutti i componenti del Consiglio comunale a prendere in considerazione gli appunti mossi al documento presentato in questa sede affinché esso tenga conto delle effettive esigenze dei nuclei familiari del nostro paese.
Semplifichiamo: fatti concreti e necessari per la famiglia ed il nostro Paese. Il resto, apparenze e fiorellini sui davanzali, viene dopo.