LOTTO 2: LA STORIA
FINITA.....????
A Dicembre 2014 è stato pubblicato
la “Studio di impatto ambientale del collegamento viario tra la via
Peneporto ed il nuovo ospedale “S. Anna” sito nel Comune di San
Fermo della Battaglia – Sintesi non tecnica” ovvero la studio di
valutazione di impatto ambientale VIA 1046 – RL.
Tale
Studio di Impatto Ambientale è realizzato su incarico
dell’Amministrazione Provinciale di Como ed è relativo agli
impatti sviluppati dalla nuova strada di collegamento prevista tra la
zona industriale di S. Fermo della Battaglia e l’Ospedale S. Anna,
facente parte delle opere accessorie previste dall’Accordo di
Programma per la costruzione del Nuovo Ospedale S. Anna. L’intervento
dovrà essere realizzato dalla Provincia di Como a favore del Comune
di S. Fermo della Battaglia.
L’intervento,
completamente ricadente nel Comune di San Fermo della Battaglia,
prevede la costruzione di una strada di collegamento tra la zona
industriale di San Fermo (loc. Mornago) e la zona dell’Ospedale S.
Anna, per una lunghezza complessiva di poco meno di 1 km. A circa
metà del percorso è prevista la costruzione di una rotonda per il
collegamento diretto con la via Ravona.
Nell’ambito
del presente Studio vengono recepiti i risultati degli
approfondimenti relativi al traffico e al rumore (Studio di impatto
viabilistico e Studio di impatto acustico).
Sulla
base di matrici di valutazione ambientale, sull'esplicitazione dei
costi-benefici e sulla stima del raggiungimento degli obiettivi
prefissati, questo
studio
esprime un giudizio di sostenibilità ed
individua l'alternativa migliore, compresa
l'opzione zero.
Il
3 marzo è scaduto il termine entro il quale cittadini, associazioni,
gruppi consiliari, potevano presentare le proprie osservazioni a
riguardo, Pubblichiamo di seguito le lettere inviate da San Fermo
Democratica, Prospettiva San Fermo e dal
Comitato per la salvaguardia Valle
del Seveso e Val Grande.
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Direzione
Generale Ambiente p.c. Presidente della Provincia
U.O.
Valutazioni Ambientale di Como
Regione
Lombardia Maria Rita Livio
Oggetto:
OSSERVAZIONI ALLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE “PROGETTO
PER LA REALIZZAZIONE DI UN COLLEGAMENTO VIARIO TRA LA VIA PENEPORTO E
IL NUOVO OSPEDALE S. ANNA IN COMUNE DI S. FERMO DELLA BATTAGLIA “.
VIA 1046-RL
In riferimento allo studio
riportato in oggetto, si prende atto con soddisfazione delle
conclusioni finali che sottolineano come gli obiettivi che
giustificavano la realizzazione del lotto 2 di “ridurre l’impatto
veicolare derivante dalla realizzazione del nuovo polo ospedaliero
sull’abitato di San Fermo” e di “riqualificare il sistema
viabilistico locale mediante l’adeguamento delle nuove
infrastrutture ad un crescente carico di traffico” vengono
soddisfatti “dall'opzione zero”, in quanto l'ipotesi di
“tracciato 1” crea
una serie di problematiche dal punto di vista ambientale che non
possono essere del tutto risolte nemmeno con gli interventi di
mitigazione proposti.
Anche
se “l’opzione zero”, definita come l'alternativa più
sostenibile dal punto di vista della componente ambientale e con una
capacità viaria sufficiente a sostenere i flussi di traffico,
presenta alcune criticità legate a potenziali rischi (superamenti
dei limiti di velocità) e disturbi a carico della popolazione
residente nella frazione di Ravona, tali criticità che coinvolgono
una cinquantina di persone, sono facilmente superabili con la posa di
materiali fonoassorbenti e individuando sistemi per il controllo e la
limitazione della velocità degli autoveicoli, interventi fattibili a
bassissimi costi e realizzabili in tempi rapidi.
Inoltre,
come da sempre sostenuto da questo gruppo Consiliare, tale studio ha
dimostrato che con la realizzazione dell'ipotesi di “tracciato 1”
esiste un reale
rischio di aumento di traffico proveniente sia dal limitrofo comune
di Cavallasca, sia dalla scelta del nuovo tracciato come alternativa
alla SP17 da e per S. Fermo, per cui si andrebbe a peggiorare la
situazione attuale nei pressi del
nuovo ospedale, in via Fiittavolo, e a carico del quartiere di
Mornago, zona densamente abitata con presenza di scuole e di un polo
sportivo frequentato da bambini e da ragazzi.
A
questo punto è evidente che va abbandonato definitivamente qualsiasi
progetto di nuovo collegamento viario tra la periferia del centro
abitato di San Fermo della Battaglia ed il nuovo ospedale.
Dallo
studio si evince infatti che la viabilità esistente è sufficiente
per chi vuole raggiungere l’ospedale con mezzi privati da Nord,
evidentemente anche per le situazioni di emergenza.
Rimane
invece la necessità di migliorare e facilitare il raggiungimento
dell’ospedale anche con mezzi pubblici, anch’essa contenuta
nell’accordo di programma e che peraltro ridurrebbe ulteriormente i
flussi di traffico attuali.
Pertanto
si propone che le risorse risparmiate siano utilizzate per rafforzare
il trasporto pubblico, da tutti considerato insufficiente.
Tra
le diverse ipotesi che potranno essere prese in considerazione per
raggiungere tale obiettivo, proponiamo l'istituzione di un servizio
di trasporto “circolare” che consenta un rapido collegamento S.
Fermo – Cavallasca – Nuovo Ospedale, intervento che sicuramente
incentiverà l’utilizzo del mezzo pubblico e contribuirà a ridurre
ulteriormente l’impatto viabilistico su via Ravona, con benefici
anche sull’impatto ambientale.
Cogliamo l'occasione per
inviare cordiali saluti.
Il
Capogruppo di “San Fermo Democratica”
Sabrina Butti
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Con
la presente trattazione i sottoscritti:
nella funzione di consigliere
comunale del gruppo consigliare “San
Fermo Democratica”;
BUTTI
Massimo
SCALISI
Giuseppe
nella funzione di consiglieri
comunali del gruppo consigliare “Prospettiva
San Fermo”,
intendono
sottolineare degli aspetti e trarre delle conclusioni che
scaturiscono dall’esame dello “Studio di impatto ambientale del
collegamento viario tra la via Peneporto e il nuovo ospedale S. Anna
in Comune di San Fermo della Battaglia” realizzato, su incarico
dell’Amministrazione Provinciale di Como
dalla “Rea – Ricerche Ecologiche Applicate soc. coop. impresa
sociale”, corrente in Monza.
In
verità, sono stati manifestati, nel tempo, da parte di singoli o
associazioni e ampiamente ripresi dalla stampa locale, dubbi e
perplessità circa la bontà della realizzazione dell’opera oggetto
dello studio. Vedi tra le altre le osservazioni di WWF Lombardia,
dell’Associazione cacciatori dell’ambito territoriale
dell’Olgiatese, del Comitato per la salvaguardia della valle del
Seveso e della Valgrande, ecc.. Più volte è stato posto il quesito:
“a cosa e a chi serve
effettivamente tale opera”.
A tale domanda, purtroppo, al di là di pure ipotesi fantasiosi,
finora, non è stata data una risposta logica.
In
data 12 dicembre 2011, fu presentato dai gruppi di minoranza del
Consiglio del Comune di San Fermo della Battaglia un esposto
con il quale, in estrema sintesi, si chiedeva alla Regione Lombardia
– Struttura VIA –, di valutare la possibilità di annullare la
realizzazione dell’opera in quanto ritenuta nella sua interezza:
Era difficile, infatti, credere che
l’infausto tratto stradale potesse, in qualche modo, tornare utile
all’ospedale o ai cittadini di San Fermo della Battaglia.
Non era plausibile la circostanza che
vedeva degli amministratori pubblici richiedere con insistenza la
realizzazione del tratto stradale al solo scopo di permettere ai
residenti del comune di San Fermo della Battaglia di raggiungere in
auto più celermente il nosocomio. E’ già comodo e veloce
collegarsi dal centro del Paese alla via Ravona e, quindi,
all’ospedale attraverso via Figino e via Trinità;
Era evidente che l’opera così come
voluta e pensata andava a cozzare con quanto previsto dal
Piano Territoriale Paesistico Regionale.
Ed ancora. Veniva sottolineata la
circostanza che per poter realizzare il tracciato stradale sarebbero
state necessarie opere di sbancamento di terreno e di abbattimento di
alberi secolari. Il lembo boschivo posto tra la frazione Ronchetto ed
il fiume Seveso sarebbe stato completamente eliminato.
In buona sostanza, una
intera collina boscosa,
posta in una zona delicata sia dal punto di vista ecologico
che da quello idrogeologico
posta a monte dell’ospedale, sarebbe
scomparsa.
Non c’erano dubbi. La realizzare di
un tratto stradale “inutile”
per la collettività avrebbe apportato sicuri effetti “dannosi”
e “devastanti”
per il territorio del Comune di San Fermo della Battaglia. In buona
sostanza, l’opera avrebbe comportato la totale distruzione di quei
valori ambientali che lo strumento urbanistico-paesistico regionale
impone, invece, di salvaguardare;
costosa,
perché impiegare sostanziosi importi per un’opera “inutile”
per la comunità e “dannosa”
per l’ambiente rappresentava un vero obbrobrio. In considerazione,
anche, della situazione finanziaria estremamente pesante in cui
versavano e, tuttora, versano gli Enti locali che, in un periodo di
profondo disagio economico patito da molte famiglie, sono costretti
a continui tagli di fondi che dovrebbero alimentare quei servizi
essenziali per la collettività stessa.
Mai
previsioni furono più azzeccate.
Il grido di allarme, lanciato non solo dai gruppi di minoranza del
comune di San Fermo della Battaglia ma anche da comitati ed
associazioni varie, si è rivelato fondato.
Anzi, con grande amarezza, purtroppo,
si deve prendere atto che le risultanze a cui giungono i tecnici e
gli esperti incaricati di eseguire gli specifici riscontri, sono
assai peggiori di quelli temuti.
In
particolare, nello studio sono state indicate una serie di criticità
di “difficile”
o “impossibile”
soluzione, alcune di esse vengono di seguito riportate per meglio
comprendere la brutalità a cui si vuole assoggettare un territorio
già abbondantemente violentato:
la nuova strada
a livello del parcheggio multi-piano del nuovo ospedale dovrebbe
coesistere con la pista ciclo-pedonale, la via Tre Camini e la
corsia di accesso al parcheggio, criticità tecnicamente
difficilmente risolvibile viste le aree a disposizione;
in alcune zone
sono previste scarpate e pendenze “ad
alto impatto visivo con poche possibilità di interventi
mitigativi”;
gli studi sulla
viabilità concludono che si
andrebbe a peggiorare la situazione attuale nei pressi del nuovo
ospedale e in via Fittavolo in quanto il traffico verrebbe drenato
da Cavallasca e da i Comuni limitrofi mettendo in crisi la via Tre
Camini in uscita sulla ex SS Varesina;
per quanto
riguarda gli aspetti geologici vengono elencate diverse
problematiche di “instabilità”
e comunque “c'è
una necessità di indagini di approfondimento geologico in fase di
progetto”;
anche gli
interventi di mitigazione per salvaguardare la flora e la fauna,
numerosi e complessi, non saranno di facile esecuzione e di sicura
efficacia. Le criticità per la flora e la fauna saranno presenti
anche durante la fase di cantiere, tanto da determinare la necessità
di eseguire i lavori soltanto in alcuni limitati periodi dell'anno.
Addirittura alcuni interventi di mitigazione potranno essere a loro
volta negativamente impattanti, vedi ad esempio l'uso di diserbanti
chimici;
si sottolinea
inoltre che la superficie boscata interessata al tracciato stradale
sarà di 23.700 mq a cui si deve aggiungere 2.700 mq di superficie
agricola. Il consumo di suolo viene aggravato ulteriormente dalla
necessità di creare nuovi parcheggi nella zona industriale di via
Peneporto;
per quanto
riguarda il fiume Seveso viene espressamente citato il “pericolo
di modificare l'habitat umido e la naturale dinamica del corso
d'acqua”.
Riflettendo
sugli aspetti di criticità, indicati nello studio, risulta legittimo
chiedersi se è giusto perpetrare una assurda e gratuita violenza nei
confronti di un territorio già più volte vituperato in nome di un
“Accordo di Programma per la costruzione del Nuovo Ospedale di S.
Anna” che, quando predisposto, sicuramente, non ha tenuto conto di
tali situazioni.
Possibile che nulla hanno insegnato le
cronache relative ad inondazioni, smottamenti e frane che morte e
distruzione hanno portato nella popolazione del territorio nazionale
?
Ed ancora. La storia passata e recente
degli scempi idrogeologici scaturiti dall’operato di
amministrazioni troppo superficiali o da funzionari distratti,
probabilmente, da interessi personali, ci insegna ad avere cautela in
interventi di questo genere onde evitare la totale distruzione di un
habitat naturale la cui conservazione è un obbligo morale di tutti
ma, soprattutto, di coloro che hanno il potere decisionale per
evitare tali scempi ambientali.
Nella speranza che prevalga l’opzione
zero, ossia, nessun
nuovo tracciato stradale
sia per l’ipotesi di "tracciato
1” che per l’ipotesi di
“tracciato 2”
in quanto entrambi aventi le medesime caratteristiche, ossia:
“inutile”,
perché priva di un effettivo interesse pubblico;
“dannosa”,
perché produrrebbe un effetto devastante all’ambiente (faunistico
/ idrogeologico / paesaggistico);
“costosa”,
perché si dovrebbe affrontare un costo certamente non trascurabile
in un periodo di profonda crisi economica come quella attuale,
si porgono distinti saluti.
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In riferimento alle conclusioni
riportate nello studio di valutazione di impatto ambientale del
collegamento viario tra la via Peneporto e il nuovo ospedale S. Anna
in comune di S. Fermo della Battaglia,
si prende atto che:
l'opzione
zero, vale a dire, nessun
nuovo tracciato stradale,
eventualmente integrato con gli interventi migliorativi della
situazione esistente, previsti dallo scenario 2 e con le misure di
mitigazione e controllo della velocità su via Ravona e via
Fittavolo, “è
senz’altro l’alternativa più sostenibile dal punto di vista
della componente ambientale”.
Pertanto si deve concludere che:
L’ipotesi di tracciato 2 è
completamente da scartare in quanto, indipendentemente dagli aspetti
ambientali, non soddisfa gli obiettivi dell'accordo di programma.
Anche l'ipotesi di tracciato 1, deve
essere però scartata in quanto, pur soddisfacendo (comunque non in
modo completo come si evince dallo studio) gli obiettivi dell'accordo
di programma, “crea
una serie di problematiche
dal punto di vista ambientale che non possono essere del tutto
risolte nemmeno con gli interventi di mitigazione proposti”.
In particolare
nello studio vengono citate una serie di criticità di difficile o
impossibile soluzione pur mettendo in atto complessi interventi di
mitigazione; ne evidenziamo solo alcune:
La nuova strada
a livello del parcheggio multi-piano del nuovo ospedale dovrebbe
coesistere con la pista ciclo-pedonale, la via Tre Camini e la
corsia di accesso al parcheggio, “criticità
tecnicamente difficilmente risolvibile viste le aree a
disposizione”.
Sono previsti
terrapieni con ripide scarpate e pendenze “ad
alto impatto visivo con poche possibilità di interventi
mitigativi”.
È prevista la
realizzazione di una nuova rotatoria con piano stradale anche a 10 m
sotto il livello del suolo “forse
le parti più impattanti dell’intero progetto con maggior
incidenza sull’orografia del terreno”.
Gli studi sulla
viabilità
concludono
che
“ si
andrebbe a peggiorare la situazione attuale nei pressi del nuovo
ospedale e in via Fittavolo in quanto il traffico verrebbe drenato da
Cavallasca e da i Comuni limitrofi mettendo in crisi la via Tre
Camini in uscita sulla ex SS Varesina”.
Le questioni più
delicate riguardano gli aspetti
di natura idrogeologica
:
vengono infatti
elencate diverse problematiche di “instabilità”,
“pericolosità”
e “vulnerabilità”. Questi
problemi saranno ancora più evidenti durante la fase di cantiere con
danni al territorio permanenti e/o di difficile mitigazione.
Una fetta
importante della zona interessata è in classe
di rischio geologico 4
che escluderebbe qualunque trasformazione del territorio.
Per quanto
riguarda il fiume Seveso e i suoi affluenti viene espressamente
citato il “pericolo
di modificare l'habitat umido e la naturale dinamica del corso
d'acqua”. Verrà
inoltre completamente stravolta e distrutta la zona di pregio
rappresentata dalla valletta del torrente Cantone.
Si
sottolinea anche una carenza di informazioni e conoscenze e pertanto
“c'è
una necessità di indagini di approfondimento geologico in fase di
progetto”.
Il rischio
idrogeologico, l’interessamento di zone di classe 4 e 3, e la
conseguente necessità di adeguato approfondimento era già stato
segnalato nel 2009 da ARPA e non si comprende quindi come mai non se
ne sia preoccupati nella predisposizione dell’attuale progetto.
Anche gli
interventi di mitigazione per salvaguardare la flora
e la fauna
dovrebbero essere numerosi e complessi e non saranno di facile
esecuzione e di sicura efficacia.
Anche le
criticità per la flora e la fauna saranno presenti pure durante la
fase di cantiere, tanto da determinare la necessità
di eseguire i lavori soltanto in alcuni limitati periodi dell'anno.
Addirittura alcuni interventi di mitigazione potranno essere a loro
volta negativamente impattanti, vedi ad esempio l'uso di diserbanti
chimici.
La complessiva
perdita
di suolo
“
risulta molto consistente rispetto alle dimensioni dell’ambito nel
suo insieme”:
Si sottolinea in
proposito che la superficie boscata interessata al tracciato
stradale sarà di 23.700 mq a cui si deve aggiungere 2.700 mq di
superficie agricola. Il consumo di suolo viene aggravato
ulteriormente dalla necessità di creare nuovi parcheggi nella zona
industriale di via Peneporto.
Durante la fase
di cantiere occorre incrementare di 1/3 la superficie dell’opera e
lo studio sottolinea che i danni provocati dal cantiere saranno in
parte irreversibili.
Alla luce delle
criticità riportate nello studio, nel caso si volesse comunque,
contro ogni ragionevole evidenza, percorrere l’ipotesi di
tracciato 1, sarà assolutamente
necessario
rivalutare i costi dell'intera opera che a nostro avviso
risulterebbero ulteriormente incrementati. Si riassumono alcuni dei
probabili costi aggiuntivi desunti dalle valutazioni presenti nelle
diverse parti dello studio:
costi di tutti gli interventi di
mitigazione consigliati, aggiuntivi a quelli già previsti nel
progetto, compresi quelli da adottare in fase di cantiere,
costi del fermo cantiere nei periodi
sconsigliati per la salvaguardia di fauna e flora.
costi
dei numerosi interventi di controllo e monitoraggio periodico dei
singoli impatti.
costi degli
interventi di manutenzione periodica del tratto viario e delle opere
di mitigazione.
costi degli approfondimenti ulteriori
da eseguirsi necessariamente prima di iniziare, con particolare
riguardo agli approfondimenti di natura geologica.
costi per la
verifica della qualità e natura (e dell’eventuale smaltimento)
dei materiali antropici di riporto presenti sia presso l'area
produttiva di via Peneporto sia presso l'area immediatamente
adiacente al parcheggio del nuovo ospedale.
Siamo convinti che, una volta
rivalutati questi aspetti economici, l’opera risulterà non
credibile non solo sotto il risvolto di rischio-beneficio,
come si evince chiaramente dallo studio, ma anche per il risvolto
costo-beneficio.
Per tutte le motivazioni predette lo
scrivente Comitato ritiene assolutamente non percorribile l'ipotesi
di tracciato 1 e pertanto chiede che non venga realizzata la strada
in questione in conformità all'ipotesi zero.
Cogliamo
l'occasione per inviare cordiali saluti.
Il portavoce del
“Comitato per la salvaguardia del
territorio della Valle del Seveso e della Val Grande”
Crescenzo
Tiso