venerdì 20 marzo 2015

Pubblichiamo di seguito il comunicato inviato ai quotidiani e TV locali a firma di San Fermo Democratica e del Comitatato per la salvaguardia della valle del Seveso e della Val Grande, riguardante le conclusioni dello studio di VIA, in attesa che la Regione Lombardia prenda una decisione in merito al progetto Lotto 2, e una breve cronistoria, dalla firma dell'Accordo di Programma ad oggi.
Comunicato stampa
Nuova strada di collegamento tra San Fermo della Battaglia (via Peneporto) ed Ospedale: lo studio per la Valutazione di Impatto Ambientale conclude che è meglio non farla!

Il 3 Gennaio 2015 è stato pubblicato lo studio commissionato dalla Provincia di Como, previsto da un decreto regionale che già avanzava perplessità sulla attuazione del progetto di nuova strada lungo la valle del Seveso, inserita nell’accordo di programma per la realizzazione dell’Ospedale Sant’Anna.
Riteniamo che le conclusioni dello studio, che prende in considerazione tre diverse opzioni, possano così essere riassunte:
  • l'opzione zero, vale a dire, nessun nuovo tracciato stradale, eventualmente integrato con interventi migliorativi della situazione esistente e con le misure di mitigazione e controllo della velocità su via Ravona e via Fittavolo, è senz’altro l’alternativa più sostenibile dal punto di vista della componente ambientale”.
  • L’ipotesi di tracciato 2, una soluzione minimale di collegamento diretto tra San Fermo e l’Ospedale, è completamente da scartare in quanto, indipendentemente dagli aspetti ambientali, “non soddisfa gli obiettivi dell'accordo di programma”.
  • Anche l'ipotesi di tracciato 1, progetto predisposto e sponsorizzato dalla Amministrazione Comunale di San Fermo, che prevede anche un collegamento intermedio tra la nuova strada e Via Ravona (strada completamente ridisegnata che collega già sia San Fermo che Cavallasca all’Ospedale), deve essere scartata. Infatti, risolve solo parzialmente gli obiettivi dell'accordo di programma, per contro “crea una serie di problematiche dal punto di vista ambientale che non possono essere del tutto risolte nemmeno con gli interventi di mitigazione proposti”.
Tra i tanti effetti negativi evidenziati per il tracciato 1, oltre al dissesto ambientale ed idrogeologico, lo studio sottolinea che è controproducente anche dal punto di vista viabilistico perché provoca il peggioramento della viabilità nel punto attualmente più critico, vale a dire il tratto tra l’ospedale, via Tre Camini e l’immissione sulla Statale Varesina.
Dallo studio si rilevano invece aspetti poco conosciuti che fanno propendere non solo per la salvaguardia della zona ma per una sua maggiore valorizzazione ad esempio come collegamento tra il parco Spina Verde e il Parco Sorgenti del Lura.
Se malauguratamente, a dispetto delle evidenze, ci si ostinasse a proseguire nella realizzazione del progetto noi ipotizziamo che i numerosi interventi di mitigazione proposti, anche se non risolutivi, contribuirebbero a far lievitare i costi già spropositati: più di 4 milioni di Euro per meno di un chilometro di strada!
Il 4 marzo è scaduto il termine per la presentazione di osservazioni allo studio; si spera che la Regione prenda una decisione conseguente alle sue conclusioni mettendo una volta per tutte la parola fine su questo progetto che in passato in molti avevano giustamente già giudicato inutile, costoso e pericoloso.


Comitato per la salvaguardia della valle del Seveso e della Val Grande
San Fermo Democratica


Nuova strada di collegamento tra Via Peneporto  e Ospedale Sant’Anna in San Fermo della Battaglia: cronistoria
 
Dicembre 2003: sigla dell’accordo di programma AdP per la realizzazione dell’ospedale  nel territorio del comune di San Fermo della Battaglia. Si prevede tra l’altro “la realizzazione  di progetti relativi all’adeguamento viabilistico di accessibilità al nuovo ospedale, realizzazione di nuove rotatorie, strade, piste ciclabili e la sistemazione di aree di sosta in piazza XXVII Maggio a San Fermo con funzioni di interscambio”.  Non si fa cenno alla strada Via Peneporto-ospedale.
Marzo 2008: integrazione dell’AdP e su richiesta del comune di San Fermo si inserisce “la realizzazione di un nuovo collegamento stradale tra via Peneporto e via Ravona”.
Luglio 2009: predisposizione a cura del Comune e della Provincia di un rapporto ambientale a corredo del progetto di nuova strada con previsione di opere di mitigazione.
Settembre – Novembre  2009: a commento del progetto vengono redatte tre note ufficiali di ARPA Lombardia che segnalano che “la zona palustre dei luoghi posti sotto il profilo geologico di classe 4 e quindi di assoluta criticità anche per essere a rischio esondazione del torrente Seveso”.
Gennaio 2010: approvato il nuovo PGT del Comune di San Fermo che inserisce la nuova strada. Il tracciato lambisce la cascina Ravona di Sotto dove, in zona precedentemente agricolo boschiva,  si prevede la realizzazione di un nuovo albergo in vicinanza dell’ospedale.
Marzo 2011: presa di posizione dell’Ambito Territoriale di caccia dell’Olgiatese che si dichiara preoccupato per l’intervento che “ dividerà in due portando ulteriore inquinamento un enorme polmone verde formato da due ecosistemi: il grande bosco del Ronchetto e la piana prativa della Praga”.
Dicembre 2011: i gruppi di opposizione San Fermo Democratica, Prospettiva San Fermo  e Lega Nord inviano in Regione articolate prese di posizione contrarie al progetto.
Febbraio 2012: articolata e documentata nota inviata da WWF Regionale Lombardia  che sottolinea la contrarietà all’intervento.
Marzo 2012: Interrogazione del gruppo consiliare San Fermo Democratica in merito alla criticità dell’opera.
Marzo 2012: con decreto 2616 la Direzione Generale Ambiente Energia e Reti sancisce la necessità di assogettare l’opera a valutazione di impatto ambientale VIA.
Maggio 2012: il Comune di San Fermo delibera di ricorrere al TAR avverso il decreto regionale di assogettabilità a VIA
Settembre 2012: il Comitato per la salvaguardia della valle del Seveso e della Val Grande, costituitosi a Maggio,  viene invitato per una audizione  dalla commissione V Territorio della Regione Lombardia.
Gennaio 2012 – Dicembre 2013: vari articoli e servizi sui media locali critici sul costo e sull’utilità dell’opera.
Dicembre 2013: la Provincia di Como delibera l’affidamento dello studio per la VIA.
Anno 2014: varie prese di posizione sulla stampa che chiedono alla Regione una revisione dell’AdP soprattutto in merito alla gestione del parcheggi dell’Ospedale e alla realizzazione della Cittadella della Salute ma con riferimenti anche alla nuova strada considerata inutile.
Dicembre 2014: si conclude lo studio di impatto ambientale a cura dello studio REA di Monza.
3 Gennaio 20015: viene pubblicato integralmente lo studio sul sito regionale
http://www.cartografia.regione.lombardia.it/silvia/jsp/schede/schedaSintesi.jsf?idProcedura=030100001046&titolo=VIA%20Regionale%20elenco%20studi%20per%20l'anno%20%202015
 



giovedì 5 marzo 2015

LOTTO 2: LA STORIA FINITA.....????
A Dicembre 2014 è stato pubblicato la “Studio di impatto ambientale del collegamento viario tra la via Peneporto ed il nuovo ospedale “S. Anna” sito nel Comune di San Fermo della Battaglia – Sintesi non tecnica” ovvero la studio di valutazione di impatto ambientale VIA 1046 – RL.
Tale Studio di Impatto Ambientale è realizzato su incarico dell’Amministrazione Provinciale di Como ed è relativo agli impatti sviluppati dalla nuova strada di collegamento prevista tra la zona industriale di S. Fermo della Battaglia e l’Ospedale S. Anna, facente parte delle opere accessorie previste dall’Accordo di Programma per la costruzione del Nuovo Ospedale S. Anna. L’intervento dovrà essere realizzato dalla Provincia di Como a favore del Comune di S. Fermo della Battaglia.
L’intervento, completamente ricadente nel Comune di San Fermo della Battaglia, prevede la costruzione di una strada di collegamento tra la zona industriale di San Fermo (loc. Mornago) e la zona dell’Ospedale S. Anna, per una lunghezza complessiva di poco meno di 1 km. A circa metà del percorso è prevista la costruzione di una rotonda per il collegamento diretto con la via Ravona.
Nell’ambito del presente Studio vengono recepiti i risultati degli approfondimenti relativi al traffico e al rumore (Studio di impatto viabilistico e Studio di impatto acustico).
Sulla base di matrici di valutazione ambientale, sull'esplicitazione dei costi-benefici e sulla stima del raggiungimento degli obiettivi prefissati, questo studio esprime un giudizio di sostenibilità ed individua l'alternativa migliore, compresa l'opzione zero.
Il 3 marzo è scaduto il termine entro il quale cittadini, associazioni, gruppi consiliari, potevano presentare le proprie osservazioni a riguardo, Pubblichiamo di seguito le lettere inviate da San Fermo Democratica, Prospettiva San Fermo e dal Comitato per la salvaguardia Valle del Seveso e Val Grande.

********************************************************* 
Direzione Generale Ambiente        p.c.  Presidente della Provincia                
U.O. Valutazioni Ambientale                 di Como
Regione Lombardia                             Maria Rita Livio

Oggetto: OSSERVAZIONI ALLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE “PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN COLLEGAMENTO VIARIO TRA LA VIA PENEPORTO E IL NUOVO OSPEDALE S. ANNA IN COMUNE DI S. FERMO DELLA BATTAGLIA “. VIA 1046-RL
In riferimento allo studio riportato in oggetto, si prende atto con soddisfazione delle conclusioni finali che sottolineano come gli obiettivi che giustificavano la realizzazione del lotto 2 di “ridurre l’impatto veicolare derivante dalla realizzazione del nuovo polo ospedaliero sull’abitato di San Fermo” e di “riqualificare il sistema viabilistico locale mediante l’adeguamento delle nuove infrastrutture ad un crescente carico di traffico” vengono soddisfatti “dall'opzione zero”, in quanto l'ipotesi di “tracciato 1” crea una serie di problematiche dal punto di vista ambientale che non possono essere del tutto risolte nemmeno con gli interventi di mitigazione proposti.
Anche se “l’opzione zero”, definita come l'alternativa più sostenibile dal punto di vista della componente ambientale e con una capacità viaria sufficiente a sostenere i flussi di traffico, presenta alcune criticità legate a potenziali rischi (superamenti dei limiti di velocità) e disturbi a carico della popolazione residente nella frazione di Ravona, tali criticità che coinvolgono una cinquantina di persone, sono facilmente superabili con la posa di materiali fonoassorbenti e individuando sistemi per il controllo e la limitazione della velocità degli autoveicoli, interventi fattibili a bassissimi costi e realizzabili in tempi rapidi.
Inoltre, come da sempre sostenuto da questo gruppo Consiliare, tale studio ha dimostrato che con la realizzazione dell'ipotesi di “tracciato 1” esiste un reale rischio di aumento di traffico proveniente sia dal limitrofo comune di Cavallasca, sia dalla scelta del nuovo tracciato come alternativa alla SP17 da e per S. Fermo, per cui si andrebbe a peggiorare la situazione attuale nei pressi del nuovo ospedale, in via Fiittavolo, e a carico del quartiere di Mornago, zona densamente abitata con presenza di scuole e di un polo sportivo frequentato da bambini e da ragazzi.
A questo punto è evidente che va abbandonato definitivamente qualsiasi progetto di nuovo collegamento viario tra la periferia del centro abitato di San Fermo della Battaglia ed il nuovo ospedale.
Dallo studio si evince infatti che la viabilità esistente è sufficiente per chi vuole raggiungere l’ospedale con mezzi privati da Nord, evidentemente anche per le situazioni di emergenza.
Rimane invece la necessità di migliorare e facilitare il raggiungimento dell’ospedale anche con mezzi pubblici, anch’essa contenuta nell’accordo di programma e che peraltro ridurrebbe ulteriormente i flussi di traffico attuali.
Pertanto si propone che le risorse risparmiate siano utilizzate per rafforzare il trasporto pubblico, da tutti considerato insufficiente.
Tra le diverse ipotesi che potranno essere prese in considerazione per raggiungere tale obiettivo, proponiamo l'istituzione di un servizio di trasporto “circolare” che consenta un rapido collegamento S. Fermo – Cavallasca – Nuovo Ospedale, intervento che sicuramente incentiverà l’utilizzo del mezzo pubblico e contribuirà a ridurre ulteriormente l’impatto viabilistico su via Ravona, con benefici anche sull’impatto ambientale.
Cogliamo l'occasione per inviare cordiali saluti.

Il Capogruppo di “San Fermo Democratica”

 Sabrina Butti


*******************************************************

 
Con la presente trattazione i sottoscritti:
  • BUTTI Sabrina
nella funzione di consigliere comunale del gruppo consigliare “San Fermo Democratica”;
  • BUTTI Massimo
  • SCALISI Giuseppe
nella funzione di consiglieri comunali del gruppo consigliare “Prospettiva San Fermo”,

intendono sottolineare degli aspetti e trarre delle conclusioni che scaturiscono dall’esame dello “Studio di impatto ambientale del collegamento viario tra la via Peneporto e il nuovo ospedale S. Anna in Comune di San Fermo della Battaglia” realizzato, su incarico dell’Amministrazione Provinciale di Como1 dalla “Rea – Ricerche Ecologiche Applicate soc. coop. impresa sociale”, corrente in Monza.

In verità, sono stati manifestati, nel tempo, da parte di singoli o associazioni e ampiamente ripresi dalla stampa locale, dubbi e perplessità circa la bontà della realizzazione dell’opera oggetto dello studio. Vedi tra le altre le osservazioni di WWF Lombardia, dell’Associazione cacciatori dell’ambito territoriale dell’Olgiatese, del Comitato per la salvaguardia della valle del Seveso e della Valgrande, ecc.. Più volte è stato posto il quesito: “a cosa e a chi serve effettivamente tale opera”. A tale domanda, purtroppo, al di là di pure ipotesi fantasiosi, finora, non è stata data una risposta logica.

In data 12 dicembre 2011, fu presentato dai gruppi di minoranza del Consiglio del Comune di San Fermo della Battaglia un esposto2 con il quale, in estrema sintesi, si chiedeva alla Regione Lombardia – Struttura VIA –, di valutare la possibilità di annullare la realizzazione dell’opera in quanto ritenuta nella sua interezza:
  • inutile, poiché priva di un effettivo interesse pubblico.
Era difficile, infatti, credere che l’infausto tratto stradale potesse, in qualche modo, tornare utile all’ospedale o ai cittadini di San Fermo della Battaglia.

Non era plausibile la circostanza che vedeva degli amministratori pubblici richiedere con insistenza la realizzazione del tratto stradale al solo scopo di permettere ai residenti del comune di San Fermo della Battaglia di raggiungere in auto più celermente il nosocomio. E’ già comodo e veloce collegarsi dal centro del Paese alla via Ravona e, quindi, all’ospedale attraverso via Figino e via Trinità;
  • dannosa, perché foriera di un sicuro effetto devastante all’ambiente (faunistico / idrogeologico / paesaggistico).
Era evidente che l’opera così come voluta e pensata andava a cozzare con quanto previsto dal Piano Territoriale Paesistico Regionale.3

Ed ancora. Veniva sottolineata la circostanza che per poter realizzare il tracciato stradale sarebbero state necessarie opere di sbancamento di terreno e di abbattimento di alberi secolari. Il lembo boschivo posto tra la frazione Ronchetto ed il fiume Seveso sarebbe stato completamente eliminato.

In buona sostanza, una intera collina boscosa, posta in una zona delicata sia dal punto di vista ecologico4 che da quello idrogeologico5 posta a monte dell’ospedale, sarebbe scomparsa.

Non c’erano dubbi. La realizzare di un tratto stradale “inutile” per la collettività avrebbe apportato sicuri effetti “dannosi” e “devastanti” per il territorio del Comune di San Fermo della Battaglia. In buona sostanza, l’opera avrebbe comportato la totale distruzione di quei valori ambientali che lo strumento urbanistico-paesistico regionale impone, invece, di salvaguardare;
  • costosa, perché impiegare sostanziosi importi per un’opera “inutile” per la comunità e “dannosa” per l’ambiente rappresentava un vero obbrobrio. In considerazione, anche, della situazione finanziaria estremamente pesante in cui versavano e, tuttora, versano gli Enti locali che, in un periodo di profondo disagio economico patito da molte famiglie, sono costretti a continui tagli di fondi che dovrebbero alimentare quei servizi essenziali per la collettività stessa.
Mai previsioni furono più azzeccate. Il grido di allarme, lanciato non solo dai gruppi di minoranza del comune di San Fermo della Battaglia ma anche da comitati ed associazioni varie, si è rivelato fondato.

Anzi, con grande amarezza, purtroppo, si deve prendere atto che le risultanze a cui giungono i tecnici e gli esperti incaricati di eseguire gli specifici riscontri, sono assai peggiori di quelli temuti.

In particolare, nello studio sono state indicate una serie di criticità di “difficile” o “impossibile” soluzione, alcune di esse vengono di seguito riportate per meglio comprendere la brutalità a cui si vuole assoggettare un territorio già abbondantemente violentato:
  • la nuova strada a livello del parcheggio multi-piano del nuovo ospedale dovrebbe coesistere con la pista ciclo-pedonale, la via Tre Camini e la corsia di accesso al parcheggio, criticità tecnicamente difficilmente risolvibile viste le aree a disposizione;
  • in alcune zone sono previste scarpate e pendenze “ad alto impatto visivo con poche possibilità di interventi mitigativi”;
  • gli studi sulla viabilità concludono che si andrebbe a peggiorare la situazione attuale nei pressi del nuovo ospedale e in via Fittavolo in quanto il traffico verrebbe drenato da Cavallasca e da i Comuni limitrofi mettendo in crisi la via Tre Camini in uscita sulla ex SS Varesina;
  • per quanto riguarda gli aspetti geologici vengono elencate diverse problematiche di “instabilità” e comunque “c'è una necessità di indagini di approfondimento geologico in fase di progetto”;
  • anche gli interventi di mitigazione per salvaguardare la flora e la fauna, numerosi e complessi, non saranno di facile esecuzione e di sicura efficacia. Le criticità per la flora e la fauna saranno presenti anche durante la fase di cantiere, tanto da determinare la necessità di eseguire i lavori soltanto in alcuni limitati periodi dell'anno. Addirittura alcuni interventi di mitigazione potranno essere a loro volta negativamente impattanti, vedi ad esempio l'uso di diserbanti chimici;
  • si sottolinea inoltre che la superficie boscata interessata al tracciato stradale sarà di 23.700 mq a cui si deve aggiungere 2.700 mq di superficie agricola. Il consumo di suolo viene aggravato ulteriormente dalla necessità di creare nuovi parcheggi nella zona industriale di via Peneporto;
  • per quanto riguarda il fiume Seveso viene espressamente citato il “pericolo di modificare l'habitat umido e la naturale dinamica del corso d'acqua”.
Riflettendo sugli aspetti di criticità, indicati nello studio, risulta legittimo chiedersi se è giusto perpetrare una assurda e gratuita violenza nei confronti di un territorio già più volte vituperato in nome di un “Accordo di Programma per la costruzione del Nuovo Ospedale di S. Anna” che, quando predisposto, sicuramente, non ha tenuto conto di tali situazioni.

Possibile che nulla hanno insegnato le cronache relative ad inondazioni, smottamenti e frane che morte e distruzione hanno portato nella popolazione del territorio nazionale ?
Ed ancora. La storia passata e recente degli scempi idrogeologici scaturiti dall’operato di amministrazioni troppo superficiali o da funzionari distratti, probabilmente, da interessi personali, ci insegna ad avere cautela in interventi di questo genere onde evitare la totale distruzione di un habitat naturale la cui conservazione è un obbligo morale di tutti ma, soprattutto, di coloro che hanno il potere decisionale per evitare tali scempi ambientali.

Nella speranza che prevalga l’opzione zero, ossia, nessun nuovo tracciato stradale sia per l’ipotesi di "tracciato 1” che per l’ipotesi di “tracciato 2” in quanto entrambi aventi le medesime caratteristiche, ossia:
  • inutile”, perché priva di un effettivo interesse pubblico;
  • dannosa”, perché produrrebbe un effetto devastante all’ambiente (faunistico / idrogeologico / paesaggistico);
  • costosa”, perché si dovrebbe affrontare un costo certamente non trascurabile in un periodo di profonda crisi economica come quella attuale,
si porgono distinti saluti.


1 Determinazione n. 667 del 26 giugno 2014 del Dirigente del Settore Opere Pubbliche. 
2 Esposto datato 12 dicembre 2011, trasmesso alla c.a. del dr. Filippo Dadoni della Regione Lombardia - Struttura VIA (U.O. Programmazione Integrata e Valutazione di Impatto Ambientale / D.G. Ambiente Energia e Reti). 
3 Il territorio del comune di San Fermo della Battaglia è posto nella sfera della “fascia collinare” nonché nell’ambito di criticità n. 3 delle colline circostanti il nucleo della cittadina. In tale ambito, gli indirizzi di tutela sono assai puntuali nel prevedere che venga preservata, in sede di pianificazione comunale, l’identità del panorama collinare e che vengano salvaguardati i lembi boschivi sui versanti e sulle scarpate collinari. 
4 La zona è riconosciuta come corridoio ecologico di primo livello. 
5 Il tratto stradale andrebbe a violentare il retino idrografico e geologico di influenza del bacino del torrente Seveso ed andrebbe ad alterare anche il torrente Cantone che si immette nel Seveso stesso.

********************************************************

 
In riferimento alle conclusioni riportate nello studio di valutazione di impatto ambientale del collegamento viario tra la via Peneporto e il nuovo ospedale S. Anna in comune di S. Fermo della Battaglia,
si prende atto che:
l'opzione zero, vale a dire, nessun nuovo tracciato stradale, eventualmente integrato con gli interventi migliorativi della situazione esistente, previsti dallo scenario 2 e con le misure di mitigazione e controllo della velocità su via Ravona e via Fittavolo, è senz’altro l’alternativa più sostenibile dal punto di vista della componente ambientale”.
Pertanto si deve concludere che:
L’ipotesi di tracciato 2 è completamente da scartare in quanto, indipendentemente dagli aspetti ambientali, non soddisfa gli obiettivi dell'accordo di programma.
Anche l'ipotesi di tracciato 1, deve essere però scartata in quanto, pur soddisfacendo (comunque non in modo completo come si evince dallo studio) gli obiettivi dell'accordo di programma, “crea una serie di problematiche dal punto di vista ambientale che non possono essere del tutto risolte nemmeno con gli interventi di mitigazione proposti”.
In particolare nello studio vengono citate una serie di criticità di difficile o impossibile soluzione pur mettendo in atto complessi interventi di mitigazione; ne evidenziamo solo alcune:
  • La nuova strada a livello del parcheggio multi-piano del nuovo ospedale dovrebbe coesistere con la pista ciclo-pedonale, la via Tre Camini e la corsia di accesso al parcheggio, “criticità tecnicamente difficilmente risolvibile viste le aree a disposizione”.
  • Sono previsti terrapieni con ripide scarpate e pendenze “ad alto impatto visivo con poche possibilità di interventi mitigativi”.
  • È prevista la realizzazione di una nuova rotatoria con piano stradale anche a 10 m sotto il livello del suolo “forse le parti più impattanti dell’intero progetto con maggior incidenza sull’orografia del terreno”.
Gli studi sulla viabilità concludono che
si andrebbe a peggiorare la situazione attuale nei pressi del nuovo ospedale e in via Fittavolo in quanto il traffico verrebbe drenato da Cavallasca e da i Comuni limitrofi mettendo in crisi la via Tre Camini in uscita sulla ex SS Varesina”.
Le questioni più delicate riguardano gli aspetti di natura idrogeologica :
vengono infatti elencate diverse problematiche di “instabilità”, “pericolosità” e “vulnerabilità”. Questi problemi saranno ancora più evidenti durante la fase di cantiere con danni al territorio permanenti e/o di difficile mitigazione.
Una fetta importante della zona interessata è in classe di rischio geologico 4 che escluderebbe qualunque trasformazione del territorio.
Per quanto riguarda il fiume Seveso e i suoi affluenti viene espressamente citato il “pericolo di modificare l'habitat umido e la naturale dinamica del corso d'acqua”. Verrà inoltre completamente stravolta e distrutta la zona di pregio rappresentata dalla valletta del torrente Cantone.
Si sottolinea anche una carenza di informazioni e conoscenze e pertanto “c'è una necessità di indagini di approfondimento geologico in fase di progetto”.
Il rischio idrogeologico, l’interessamento di zone di classe 4 e 3, e la conseguente necessità di adeguato approfondimento era già stato segnalato nel 2009 da ARPA e non si comprende quindi come mai non se ne sia preoccupati nella predisposizione dell’attuale progetto.
 
Anche gli interventi di mitigazione per salvaguardare la flora e la fauna dovrebbero essere numerosi e complessi e non saranno di facile esecuzione e di sicura efficacia.
Anche le criticità per la flora e la fauna saranno presenti pure durante la fase di cantiere, tanto da determinare la necessità di eseguire i lavori soltanto in alcuni limitati periodi dell'anno. Addirittura alcuni interventi di mitigazione potranno essere a loro volta negativamente impattanti, vedi ad esempio l'uso di diserbanti chimici.

La complessiva perdita di suolo “ risulta molto consistente rispetto alle dimensioni dell’ambito nel suo insieme”:
Si sottolinea in proposito che la superficie boscata interessata al tracciato stradale sarà di 23.700 mq a cui si deve aggiungere 2.700 mq di superficie agricola. Il consumo di suolo viene aggravato ulteriormente dalla necessità di creare nuovi parcheggi nella zona industriale di via Peneporto.
Durante la fase di cantiere occorre incrementare di 1/3 la superficie dell’opera e lo studio sottolinea che i danni provocati dal cantiere saranno in parte irreversibili.

Alla luce delle criticità riportate nello studio, nel caso si volesse comunque, contro ogni ragionevole evidenza, percorrere l’ipotesi di tracciato 1, sarà assolutamente necessario rivalutare i costi dell'intera opera che a nostro avviso risulterebbero ulteriormente incrementati. Si riassumono alcuni dei probabili costi aggiuntivi desunti dalle valutazioni presenti nelle diverse parti dello studio:
  • costi di tutti gli interventi di mitigazione consigliati, aggiuntivi a quelli già previsti nel progetto, compresi quelli da adottare in fase di cantiere,
  • costi del fermo cantiere nei periodi sconsigliati per la salvaguardia di fauna e flora.
  • costi dei numerosi interventi di controllo e monitoraggio periodico dei singoli impatti.
  • costi degli interventi di manutenzione periodica del tratto viario e delle opere di mitigazione.
  • costi degli approfondimenti ulteriori da eseguirsi necessariamente prima di iniziare, con particolare riguardo agli approfondimenti di natura geologica.
  • costi per la verifica della qualità e natura (e dell’eventuale smaltimento) dei materiali antropici di riporto presenti sia presso l'area produttiva di via Peneporto sia presso l'area immediatamente adiacente al parcheggio del nuovo ospedale.
Siamo convinti che, una volta rivalutati questi aspetti economici, l’opera risulterà non credibile non solo sotto il risvolto di rischio-beneficio, come si evince chiaramente dallo studio, ma anche per il risvolto costo-beneficio.
Per tutte le motivazioni predette lo scrivente Comitato ritiene assolutamente non percorribile l'ipotesi di tracciato 1 e pertanto chiede che non venga realizzata la strada in questione in conformità all'ipotesi zero.
Cogliamo l'occasione per inviare cordiali saluti.
Il portavoce del
“Comitato per la salvaguardia del territorio della Valle del Seveso e della Val Grande”
Crescenzo Tiso