San Fermo della Battaglia, Cavallasca, 20 maggio 2012
In data 10 maggio abbiamo inviato ai Sindaci di San Fermo, Cavallasca e Parè una nota con la quale si chiedevano chiarimenti sulla qualità dell'acqua potabile distribuita ed in particolare sull'andamento della concentrazione di solventi clorurati (trielina e percloroetilene) presenti da almeno 30 anni nel nostro acquedotto.
Queste pericolose sostanze furono individuate infatti per la prima volta nel lontano 1983. Prima non si cercavano e quindi non si conosce con esattezza l'inizio dell'inquinamento, che probabilmente durava già da alcuni anni.
Ad oggi alla nostra lettera ha risposto solo il direttore del consorzio per l'approvvigionamento idrico che di fatto conferma quanto da noi denunciato:
- Nei pozzi, pur rispettando i limiti che la legge attuale fissa a 10 microgrammi per litro, sono ancora presenti i solventi incriminati anche se in misura diversa.
- La loro presenza si mantiene anche in rete e nei serbatoi di accumulo con valori variabili, fino a 4-5 microgrammi. Sono poi da noi conosciute analisi eseguite in periodi diversi in cui si raggiungono valori superiori a 5 ed in particolare presso le scuole di Mornago nel settembre 2011 si raggiungevano 7 microgrammi per litro.
Vorremmo quindi meglio conoscere l'andamento nel tempo dell'inquinamento (serie storiche).
- La torre di strippaggio (impianto per disinquinare), come aveva riferito il sindaco di San Fermo, non è in funzione. Vi viene solo fatta passare l'acqua per ottenere una ossigenazione parziale per caduta.
Confermiamo quindi anche la nostra posizione:
° Nessuno mette in dubbio il giudizio di potabilità dell'acqua che di fatto rispetta la attuale normativa.
° Siamo però in presenza di sostanze considerate cancerogene che, se pure in tracce, escono dai rubinetti delle nostre case da almeno 30 anni. Non va sottovalutata la possibilità di accumulo nel tempo nell'organismo di chi le assume e l'effetto sinergico con altre sostanze tossiche potenzialmente presenti negli alimenti e nell'aria.
Ribadiamo pertanto le nostre richieste:
° Un corretto principio di precauzione sanitaria deve far mettere in atto tutte le misure possibili per ridurre l'inquinamento. Non basta per noi solo il rispetto del limite legale, ma in presenza di cancerogeni si deve avere come riferimento il valore guida che già anni fa l'Organizzazione Mondiale Sanità fissava in 1 microgrammo per litro.
Questo sarebbe tecnicamente possibile rimettendo in piena efficienza l'impianto di strippaggio.
° Chiediamo come mai non si sia fatto nulla per individuare i terreni inquinati da bonificare. In una pubblicazione del 1991 della USSL di Olgiate Comasco si affermava infatti che “l'origine dell'inquinamento è con buona sicurezza individuabile negli scarichi industriali effettuati in passato da una stamperia di tessuti situata a monte dei pozzi … per anni la ditta ha disperso le acque reflue sul suolo e nel sottosuolo … senza sottoporle ad alcun trattamento di depurazione”. Quali provvedimenti sono stati poi presi in merito?
° Chiediamo più trasparenza: con la salute non si scherza soprattutto quando si tratta di decidere cosa far bere ai nostri figli. La popolazione va correttamente e finalmente informata.
Noi saremo ben lieti se i nostri dubbi fossero confutati, ma finora poche e contraddittorie sono state le risposte.
Per San Fermo Democratica Per Insieme per cambiare
Sabrina Butti Riccardo Gagliardi