venerdì 7 ottobre 2011

A San Fermo della Battaglia la strage silenziosa continua.

Sono stati sradicati i due cipressi all’incrocio di Leno.
SONO QUESTI LE ULTIME DUE VITTIME DELLA CEMENTIFICAZIONE DEL NOSTRO PAESE … MA SOLO PER ADESSO …….!!! LE VITTIME PRECEDENTI?

Ricordate il filare di alberi che rendeva piacevole percorrere via De Cristoforis, la provinciale verso Cavallasca, che nonostante il traffico ne mitigava l’inquinamento? Raso al suolo in un mattino! La presenza degli alberi, si disse, impedisce la visibilità e favorisce gli incidenti stradali! Nessuno osò obiettare che forse gli incidenti potevano essere dovuti alla eccessiva velocità o alla cattiva segnaletica.

Brutta sorte anche per gli alberi secolari e i boschetti che caratterizzavano la collina di Camerano, sopra Mornago, pur abbruttita da fabbriche inquinanti. Ora non ci sono più le fabbriche ma al loro posto un ammasso disordinato di asfalto e cemento. Hanno avuto il coraggio di chiamare “residenza dei cedri” (fa ridere il plurale) l’insieme di case a schiera poste sulla sommità della collina. Un affronto per l’unico cedro superstite in un parcheggio bruciato dall’asfalto.

Qualche anno fa i ragazzi delle scuole accompagnati dalla banda, dopo essersi sorbiti il discorso del preside e del sindaco con la fascia tricolore, misero a dimora nuovi alberi nel parco. Quei ragazzi non potranno più tornare a vedere di quanto sono cresciuti quegli arbusti piantati con tanta enfasi: sono stati tutti sacrificati per far posto all’erba bionica di Zambrotta!

E gli alberi secolari della piazza XXVII Maggio? sradicati per creare una bella piazza d’armi tutta cemento e pavè! Chi vorrà un po’ di fresco non avrà bisogno di alberi ma potrà bagnarsi direttamente con gli spruzzi di una nuova fontana a raso.

Molto presto toccherà al bellissimo faggio di via Montelatici essere abbattuto per far posto all’ennesima rotatoria (ma quante sono in poche centinaia di metri?!!).

I nostri amministratori quasi tutti nati, cresciuti e formatisi nel secolo scorso caratterizzato dal boom edilizio, si mostrano privi di una cultura ecologica e non particolarmente sensibili all'utilità di un arredo urbano ricco di alberi.

I bimbi delle nuove generazioni, pur educati da brave e volonterose maestre, potranno avere una migliore cultura del verde pur crescendo nel giardino dell'asilo dove è stato saldamente incollato un bel prato di plastica?

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