San Fermo era considerata una oasi verde alla periferia di Como. In coincidenza però con l’approvazione dell’ultimo strumento di pianificazione urbanistica o PGT (quello che prima chiamavamo piano regolatore) la superficie di territorio destinata a verde non è più, come in passato, quella che prevale. La superficie urbanizzata infatti rappresenta ormai il 52% del totale.
Non solo la periferia agroforestale è gradualmente ridimensionata ma all’interno stesso del paese è dura la sopravvivenza per qualsiasi forma vegetale ed in particolare per gli alberi.
Ricordate il filare di alberi che rendeva piacevole percorrere via De Cristoforis, la
Non solo la periferia agroforestale è gradualmente ridimensionata ma all’interno stesso del paese è dura la sopravvivenza per qualsiasi forma vegetale ed in particolare per gli alberi.
Ricordate il filare di alberi che rendeva piacevole percorrere via De Cristoforis, la
la prossima "vittima" in via Montelatici <<clicca sull'immagine per ingrandire>> |
provinciale verso Cavallasca, nonostante il traffico e ne mitigava l’inquinamento? Raso al suolo in un mattino! La presenza degli alberi, si disse a giustificazione, impedisce la visibilità e favorisce gli incidenti stradali! Nessuno osò obiettare che forse gli incidenti, compreso quello con esito mortale avvenuto poco tempo prima, potevano essere dovuti alla eccessiva velocità o alla cattiva segnaletica.
Brutta sorte anche per gli alberi secolari e i boschetti che caratterizzavano la collina di Camerano, sopra Mornago, pur abbruttita da fabbriche inquinanti. Ora non ci sono più le fabbriche ma al loro posto solo un ammasso disordinato di asfalto e cemento. Hanno avuto il coraggio di chiamare “residenza dei cedri” (fa ridere il plurale) l’insieme di case a schiera poste sulla sommità della collina. Un affronto per l’unico cedro superstite in un parcheggio bruciato dall’asfalto.
Eppure negli anni ’90 una caparbia presidentessa della commissione ecologia si batteva per applicare la legge Rutelli. Qualcuno se ne ricorda? Un nuovo albero da piantare per ogni bimbo nato.
Qualche risultato si intravide. I ragazzi delle scuole accompagnati dalla banda, dopo essersi sorbiti il discorso del preside e del sindaco con la fascia tricolore, misero a dimora nuovi alberi nel parco. Quei ragazzi non potranno più tornare a vedere di quanto sono cresciuti quegli arbusti piantati con tanta enfasi: sono stati tutti sacrificati per far posto all’erba bionica di Zambrotta!
Un esempio emblematico del rapporto che i nostri amministratori hanno con gli alberi è rappresentato dalla sorte dei due platani che facevano bella mostra di sé qualche anno fa di fronte alla chiesa di Santa Maria. Per far posto ad uno striminzito ulivo furono sradicati e, per evitare le proteste di qualche ambientalista rompiscatole, ripiantati da un’altra parte, in
Brutta sorte anche per gli alberi secolari e i boschetti che caratterizzavano la collina di Camerano, sopra Mornago, pur abbruttita da fabbriche inquinanti. Ora non ci sono più le fabbriche ma al loro posto solo un ammasso disordinato di asfalto e cemento. Hanno avuto il coraggio di chiamare “residenza dei cedri” (fa ridere il plurale) l’insieme di case a schiera poste sulla sommità della collina. Un affronto per l’unico cedro superstite in un parcheggio bruciato dall’asfalto.
Eppure negli anni ’90 una caparbia presidentessa della commissione ecologia si batteva per applicare la legge Rutelli. Qualcuno se ne ricorda? Un nuovo albero da piantare per ogni bimbo nato.
Qualche risultato si intravide. I ragazzi delle scuole accompagnati dalla banda, dopo essersi sorbiti il discorso del preside e del sindaco con la fascia tricolore, misero a dimora nuovi alberi nel parco. Quei ragazzi non potranno più tornare a vedere di quanto sono cresciuti quegli arbusti piantati con tanta enfasi: sono stati tutti sacrificati per far posto all’erba bionica di Zambrotta!
Un esempio emblematico del rapporto che i nostri amministratori hanno con gli alberi è rappresentato dalla sorte dei due platani che facevano bella mostra di sé qualche anno fa di fronte alla chiesa di Santa Maria. Per far posto ad uno striminzito ulivo furono sradicati e, per evitare le proteste di qualche ambientalista rompiscatole, ripiantati da un’altra parte, in
i due platani trapiantati dalla piazzetta di Santa Maria <<clicca sull'immagine per ingrandire>> |
un angolo del parcheggio di fronte alla Trattoria Vittoria. Ogni anno sembravano sul punto di morire ma poi qualche ramo verde stentatamente riappariva. La loro agonia è terminato proprio in questi giorni: approfittando della prevista risistemazione del parcheggio è stata praticata anche per loro una eutanasia liberatoria.
Forse memori di questa brutta esperienza, non c’è stato nessun tentativo di salvare gli alberi secolari della piazza XXVII Maggio: tutti (meno 2!?) sradicati e basta per creare una bella piazza d’armi tutta cemento e pavè! Chi vorrà un po’ di fresco non avrà bisogno di alberi ma potrà bagnarsi direttamente con gli spruzzi di una nuova fontana a raso.
Dobbiamo elencare anche qualche penoso tentativo in controtendenza come le ridicole palme (sì proprio palme come a San Remo) in un parcheggio di via Mornago bassa o gli alberelli stenterelli lungo il marciapiedi da Mornago a Santa Maria. È incredibile la lentezza della loro crescita. Tra quanti anni si potrà avere un poco di ombra?
Sembrano più consistenti le nuove piante di piazzale Don Prayer , ma riusciranno a sopravvivere circondate come sono da quella superficie di asfalto e sassi cementati che non lascia filtrare acqua nel suolo?
Intanto si eliminano definitivamente altri alberi, alcuni secolari di ville private, per far posto alla nuova rotatoria di via Noseda e prossimamente di Leno e via Montelatici.
Dobbiamo in qualche modo giustificare i nostri amministratori quasi tutti nati, cresciuti e formatisi nel secolo scorso caratterizzato dal boom edilizio, quindi privi di una cultura ecologica e non particolarmente sensibili alla utilità di un arredo urbano ricco di alberi
Dobbiamo dunque puntare sulle nuove generazioni?
Per le pur brave e volonterose maestre d’asilo di San Fermo non sarà però facile infondere amore per la natura tra i bimbi, futuri cittadini, dal momento che perfino nel giardino del nido e della scuola materna è stato saldamente incollato al terreno un bel prato di erba di plastica.
Forse memori di questa brutta esperienza, non c’è stato nessun tentativo di salvare gli alberi secolari della piazza XXVII Maggio: tutti (meno 2!?) sradicati e basta per creare una bella piazza d’armi tutta cemento e pavè! Chi vorrà un po’ di fresco non avrà bisogno di alberi ma potrà bagnarsi direttamente con gli spruzzi di una nuova fontana a raso.
Dobbiamo elencare anche qualche penoso tentativo in controtendenza come le ridicole palme (sì proprio palme come a San Remo) in un parcheggio di via Mornago bassa o gli alberelli stenterelli lungo il marciapiedi da Mornago a Santa Maria. È incredibile la lentezza della loro crescita. Tra quanti anni si potrà avere un poco di ombra?
Sembrano più consistenti le nuove piante di piazzale Don Prayer , ma riusciranno a sopravvivere circondate come sono da quella superficie di asfalto e sassi cementati che non lascia filtrare acqua nel suolo?
Intanto si eliminano definitivamente altri alberi, alcuni secolari di ville private, per far posto alla nuova rotatoria di via Noseda e prossimamente di Leno e via Montelatici.
Dobbiamo in qualche modo giustificare i nostri amministratori quasi tutti nati, cresciuti e formatisi nel secolo scorso caratterizzato dal boom edilizio, quindi privi di una cultura ecologica e non particolarmente sensibili alla utilità di un arredo urbano ricco di alberi
Dobbiamo dunque puntare sulle nuove generazioni?
Per le pur brave e volonterose maestre d’asilo di San Fermo non sarà però facile infondere amore per la natura tra i bimbi, futuri cittadini, dal momento che perfino nel giardino del nido e della scuola materna è stato saldamente incollato al terreno un bel prato di erba di plastica.
Sarebbe ora di muoversi e mobilitare anche la cittadinanza, volantini di sensibilizzazione per raggiungere i tanti che non hanno un rapporto con l'informazione telematica o semplicemente ignorano l'esistenza di un sito di sanfermodemocratica, e proteste di piazza!!! sarebbe ora!!!o o aspettiamo che lo scempio sia completato?
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