Coworking
nell’ex Somaini
Riportiamo
un breve resoconto dell'incontro pubblico introdotto da Riccardo
Gagliardi Vice Segretario Provinciale PD e concluso da Enzo
Tiso di San Fermo Democratica.
La
proposta di adibire ad attività di Coworking almeno una parte della
superficie dell’ex Istituto Somaini è stato l’oggetto della
tavola rotonda di Sabato 20 giugno presso la sala polifunzionale del
Comune di San Fermo della Battaglia.
Possiamo
così riassumere quanto emerso dagli interventi degli “esperti”
chiamati ad esprimersi sull’argomento. Va precisato che il quesito
loro posto riguardava soprattutto l’inquadramento economico
generale e la fattibilità del coworking indipendentemente dalla
sede, che alcuni di loro non conoscevano, ma tenendo conto che
sarebbe stato un ente pubblico a farsene carico. I riferimenti al
Somaini sono stati fatti nella presentazione iniziale, nei commenti
del moderatore, il giornalista Bruno Profazio, e nelle
conclusioni.
L’utilità
e attualità del Coworking è chiaramente stata illustrata
dall’intervento di Alberto Canali che da quattro anni
gestisce un’attività privata associata a Cowo Italia. La domanda è
in crescita legata sia al nuovo mercato del lavoro che ai costi di
gestione di una attività libero professionale o artigianale. Il
coworker non è solo il giovane professionista che apre una partita
IVA, ma anche il dirigente che si mette in proprio, il lavoratore a
domicilio che ha bisogno di attrezzature e servizi più sofisticati
ecc.
Canali
ha anche parlato del coinvolgimento, sinergie e lavoro di rete che si
instaurano tra i coworkers anche se operano in ambiti diversi tra
loro.
Ha
infine fatto capire che tra le diverse attività ospitate un
osservatore attento può individuare quelle che possono assumere le
caratteristiche di start up innovative (nel suo caso una impresa che
si sta occupando di stampa 3D).
A questo riguardo utile è stato l'intervento dell'avvocato Barbara Ferrari che si sta proprio occupando di start up, come referente comasca del prpgetto Back To Work del Sole 24 Ore.
htt://backtowork.ilsole24ore.com (Dove il capitale privato e il capitale umanosi incontrano con le piccole imprese).
Ha
infatti ricordato i vantaggi e agevolazioni che la recete legge offre alle start up che raggiungono i requisiti previsti dalla
normativa. Requisiti non irraggiungibili.
Ad
Alberto Bergna segretario provinciale di una importante
confederazione artigiana come la CNA è stato chiesto quale supporto
può venire dall’esterno a chi aderisce a queste attività. Bergna
ha parlato di microcredito, che può essere richiesto da piccole
attività in fase di avvio. Non si tratta di grandi cifre (circa
2.500 Euro) ma sicuramente utili per chi non ha bisogno di grandi
investimenti per la propria attività. Nel corso del dibattito si è
poi ricordato il contributo in termini di assistenza che una
associazione come la CNA può offrire per affrontare ostacoli
burocratici, autorizzazioni da enti pubblici, problematiche
ambientali e di sicurezza ecc.
Canali,
Ferrari e Bergna sono intervenuti dopo che il prof. Samuele Astuti
della Università Liuc di Castellanza, dove coordina un laboratorio
su imprese e innovazione, aveva giustamente avvertito nel suo
intervento di stare attenti a non volare troppo alto. Non bisogna
infatti aspettarsi che si possa dal nulla creare una fucina di
imprese innovative che rivoluzionano il mercato con le proprie
scoperte. Vera innovazione può esserci solo a seguito di grossi
investimenti, soprattutto pubblici rivolti alla ricerca e per fare
ciò occorre che si intervenga a livello regionale o comunque di
grosse aree distrettuali.
Dello
stesso tenore l’intervento di Giorgio Carcano presidente di
Como Next. Non bisogna avere la velleità di creare dal nulla un
incubatoio di start up. Puntare invece alla vera novità del
coworking: dare una mano a giovani intraprendenti che non possono
sopportare costi alti di avvio di una attività.
Infine
Rita Livio, Presidente della Provincia di Como, ha fatto
capire come la pubblica amministrazione, pur in un periodo di scarse
risorse può mettere a disposizione servizi per favorire la nascita e
la crescita di queste attività.
Nel
corso del dibattito il Vicesindaco di San Fermo, Pierluigi Mascetti,
intervenendo dal pubblico ha ricordato che per ristrutturare tutto il
Somaini sono necessarie grosse somme. Il richiamo è stato accolto
dal tavolo degli oratori per ribadire che se si mette a punto un
progetto realistico si può partecipare a bandi per l’assegnazione
di risorse che periodicamente vengono pubblicati sia per creare
occupazione che per ristrutturare edifici storici, che per finalità
a sfondo sociale. Per fare ciò vanno ricercate collaborazioni
nell’ambito del privato e nelle fondazioni bancarie.
Dal
pubblico è giunta in proposito anche una sollecitazione a non
dimenticare la vocazione sociale storicamente presente nelle attività
del Somaini come voluto dal suo fondatore.
Il
dibattito si è concluso con la conferma della positività della
proposta che però va resa concreta con uno studio di fattibilità
adattato alle caratteristiche logistiche, strutturali e
architettoniche dell’edificio individuando ad esempio la superficie
necessaria e la parte più adatta. Nello stesso tempo va messo a
punto un progetto che individui con maggior dettaglio le
caratteristiche delle attività che si potrebbero insediare. Vanno
definiti i rapporti con l’Amministrazione Comunale e con enti
esterni. Vanno infine ricercate le fonti di finanziamento verificando
anche la disponibilità di finanziatori privati interessati.
Tutto
questo, come sollecitato in tutti gli interventi degli esperti,
pensando ad una dimensione ed un riferimento di interesse
sovracomunale.