venerdì 10 luglio 2015

Coworking nell’ex Somaini
Riportiamo un breve resoconto dell'incontro pubblico introdotto da Riccardo Gagliardi Vice Segretario Provinciale PD e concluso da Enzo Tiso di San Fermo Democratica.
La proposta di adibire ad attività di Coworking almeno una parte della superficie dell’ex Istituto Somaini è stato l’oggetto della tavola rotonda di Sabato 20 giugno presso la sala polifunzionale del Comune di San Fermo della Battaglia.
Possiamo così riassumere quanto emerso dagli interventi degli “esperti” chiamati ad esprimersi sull’argomento. Va precisato che il quesito loro posto riguardava soprattutto l’inquadramento economico generale e la fattibilità del coworking indipendentemente dalla sede, che alcuni di loro non conoscevano, ma tenendo conto che sarebbe stato un ente pubblico a farsene carico. I riferimenti al Somaini sono stati fatti nella presentazione iniziale, nei commenti del moderatore, il giornalista Bruno Profazio, e nelle conclusioni.
L’utilità e attualità del Coworking è chiaramente stata illustrata dall’intervento di Alberto Canali che da quattro anni gestisce un’attività privata associata a Cowo Italia. La domanda è in crescita legata sia al nuovo mercato del lavoro che ai costi di gestione di una attività libero professionale o artigianale. Il coworker non è solo il giovane professionista che apre una partita IVA, ma anche il dirigente che si mette in proprio, il lavoratore a domicilio che ha bisogno di attrezzature e servizi più sofisticati ecc.
Canali ha anche parlato del coinvolgimento, sinergie e lavoro di rete che si instaurano tra i coworkers anche se operano in ambiti diversi tra loro.
Ha infine fatto capire che tra le diverse attività ospitate un osservatore attento può individuare quelle che possono assumere le caratteristiche di start up innovative (nel suo caso una impresa che si sta occupando di stampa 3D).
A questo riguardo utile è stato l'intervento dell'avvocato Barbara Ferrari che si sta proprio occupando di start up, come referente comasca del prpgetto Back To Work del Sole 24 Ore.
htt://backtowork.ilsole24ore.com (Dove il capitale privato e il capitale umanosi incontrano con le piccole imprese).
 
Ha infatti ricordato i vantaggi e agevolazioni che la recete legge offre alle start up che raggiungono i requisiti previsti dalla normativa. Requisiti non irraggiungibili.
Ad Alberto Bergna segretario provinciale di una importante confederazione artigiana come la CNA è stato chiesto quale supporto può venire dall’esterno a chi aderisce a queste attività. Bergna ha parlato di microcredito, che può essere richiesto da piccole attività in fase di avvio. Non si tratta di grandi cifre (circa 2.500 Euro) ma sicuramente utili per chi non ha bisogno di grandi investimenti per la propria attività. Nel corso del dibattito si è poi ricordato il contributo in termini di assistenza che una associazione come la CNA può offrire per affrontare ostacoli burocratici, autorizzazioni da enti pubblici, problematiche ambientali e di sicurezza ecc.
Canali, Ferrari e Bergna sono intervenuti dopo che il prof. Samuele Astuti della Università Liuc di Castellanza, dove coordina un laboratorio su imprese e innovazione, aveva giustamente avvertito nel suo intervento di stare attenti a non volare troppo alto. Non bisogna infatti aspettarsi che si possa dal nulla creare una fucina di imprese innovative che rivoluzionano il mercato con le proprie scoperte. Vera innovazione può esserci solo a seguito di grossi investimenti, soprattutto pubblici rivolti alla ricerca e per fare ciò occorre che si intervenga a livello regionale o comunque di grosse aree distrettuali.
Dello stesso tenore l’intervento di Giorgio Carcano presidente di Como Next. Non bisogna avere la velleità di creare dal nulla un incubatoio di start up. Puntare invece alla vera novità del coworking: dare una mano a giovani intraprendenti che non possono sopportare costi alti di avvio di una attività.
Infine Rita Livio, Presidente della Provincia di Como, ha fatto capire come la pubblica amministrazione, pur in un periodo di scarse risorse può mettere a disposizione servizi per favorire la nascita e la crescita di queste attività.
Nel corso del dibattito il Vicesindaco di San Fermo, Pierluigi Mascetti, intervenendo dal pubblico ha ricordato che per ristrutturare tutto il Somaini sono necessarie grosse somme. Il richiamo è stato accolto dal tavolo degli oratori per ribadire che se si mette a punto un progetto realistico si può partecipare a bandi per l’assegnazione di risorse che periodicamente vengono pubblicati sia per creare occupazione che per ristrutturare edifici storici, che per finalità a sfondo sociale. Per fare ciò vanno ricercate collaborazioni nell’ambito del privato e nelle fondazioni bancarie.
Dal pubblico è giunta in proposito anche una sollecitazione a non dimenticare la vocazione sociale storicamente presente nelle attività del Somaini come voluto dal suo fondatore.
Il dibattito si è concluso con la conferma della positività della proposta che però va resa concreta con uno studio di fattibilità adattato alle caratteristiche logistiche, strutturali e architettoniche dell’edificio individuando ad esempio la superficie necessaria e la parte più adatta. Nello stesso tempo va messo a punto un progetto che individui con maggior dettaglio le caratteristiche delle attività che si potrebbero insediare. Vanno definiti i rapporti con l’Amministrazione Comunale e con enti esterni. Vanno infine ricercate le fonti di finanziamento verificando anche la disponibilità di finanziatori privati interessati.
Tutto questo, come sollecitato in tutti gli interventi degli esperti, pensando ad una dimensione ed un riferimento di interesse sovracomunale.

venerdì 3 luglio 2015

Finalmente!
Il sindaco Maurizio Falsone in una lettera inviata il 3 Luglio ai residenti di via Fittavolo e via Mornago scrive:
dopo l’insediamento del centro sportivo Eracle si è registrato, come nelle previsioni, un incremento delle auto in sosta nelle aree limitrofe”.
Finalmente ammette ufficialmente quello che noi scrivevamo già nel 2011, semplicemente osservando il progetto del nuovo centro sportivo.
Lo schiaffo in faccia ai cittadini di San Fermo sta però in quelle tre parole “come nelle previsioni”.
Se questo era previsto, anche dall’amministrazione comunale, perché non si è intervenuti subito drasticamente in fase progettuale, ma si è andati per tentativi: prima la concessione dell’area pubblica di via Fittavolo trasformata in parcheggio coperto a pagamento, poi l’ampliamento e destinazione esclusiva a parcheggio del campo di calcio a 7, poi il permesso di disegnare strisce gialle nella zona di Via Fittavolo sita di fronte, riconoscendola come privata.
Per finire, per ora, con l’ultimo intervento previsto nella lettera citata: sosta oraria a rotazione nelle immediate vicinanze del centro, che non varrà per i residenti cui verrà rilasciato un tagliando da apporre sull’auto.
Un intervento importante per diminuire il disagio ma, anche questo, non risolutivo.
E i disagi per i residenti comunque ci saranno; le persone che a qualsiasi titolo (parenti, amici, collaboratori domestici, badanti.....) avranno la necessità di sostare per lungo tempo saranno costretti a cercarsi un parcheggio non propriamente comodo.
Questa è la programmazione lungimirante della nostra amministrazione comunale.
Aspettiamo con pazienza che si accorgano degli altri motivi di disagio collegati col centro sportivo: inquinamento atmosferico da traffico, rumore e schiamazzi, inquinamento visivo…..
Come sempre, quando parliamo del centro sportivo Eracle, ci teniamo a ribadire che non siamo “contro” la struttura, ma vorremmo, anzi avremmo voluto fin dalla fase progettuale, una migliore integrazione col quartiere che, innegabilmente, è cambiato dopo il suo insediamento.